Vivoli: “Chiederemo che i due miliardi dell’accordo Stato-regioni sulla sanità non siano messi a rischio dai tagli ai trasferimenti, sarebbe ennesima beffa”
“Per una sanità amica degli anziani”. E’ questo il tema dell’incontro organizzato da Fipac Confesercenti che si terrà mercoledì 22 ottobre a partire dalle ore 10.00 presso l’Auditorium “Antonio Nori” in via Nazionale 60 a Roma.
Aprirà i lavori il presidente nazionale di Fipac Massimo Vivoli, seguiranno i racconti delle esperienze dei rappresentanti dei territori: Lino Ferrin (presidente Fipac Veneto), Mauro Loison (medico, Medicina generale Utap Vicenza), Piero Melandri (coordinatore Consulta Welfare Fipac), Maria Grazia Proietti (direttore Struttura Complessa Geriatria Azienda Ospedaliera Terni), Daniela Sbrollini (vicepresidente Commissione Sanità Camera), Luigi Marroni (assessore Diritto alla Salute Regione Toscana), e di Vito de Filippo, Sottosegretario alla Sanità.
“In occasione del convegno nazionale – spiega Vivoli – lanceremo una grande iniziativa, promuovendo una settimana della buona salute che faccia uscire dall’emarginazione la condizione degli anziani. Il governo – continua il Presidente di Fipac – ha stipulato con le regioni un accordo sulla sanità che prevede di garantire due miliardi oltre l’entità del Fondo. Ora temiamo fortemente che, al di là delle intenzioni, il taglio ai trasferimenti di 4 miliardi possa inficiare questa decisione e dirottare quelle risorse altrove. Sarebbe l’ennesima beffa per gli anziani. A questo proposito sarà preziosa la presenza, al nostro convegno, del Sottosegretario al Ministero della Salute Vito De Filippo”.
“Non è più sopportabile – conclude il Presidente di Fipac – una deriva che sta aumentando il disagio della popolazione anziana, testimoniato anche dallo spostamento al 10 del mese del pagamento delle pensioni. Questa logica contabile cozza contro la vita reale che vede molti anziani impegnati in molteplici incombenze di carattere economico. Tutto questo per qualche mese di vantaggi sugli interessi. Vantaggi che, poi, inevitabilmente finirebbero. Domani chiederemo che tale misura sia sostituita da altri interventi di riduzione effettiva della spesa pubblica”.