“Dall’Enasarco, aggiungono, un silenzio assordante. Intervenire subito con misure più efficaci”
“Misure insufficienti dal governo, mentre l’Enasarco non si è ancora mosso”. Esprimono preoccupazione e allarme i cinque consiglieri del CdA della Fondazione, in rappresentanza della Fiarc, dell’Anasf, della Federagenti e della Confesercenti, per la situazione di difficoltà in cui si dibatte la categoria e soprattutto per l’assenza di provvedimenti efficaci.
Il decreto approvato dal governo – continuano i consiglieri – non prevede molto per le nostre categorie, a parte il rinvio degli adempimenti previsto per tutti. Misure che da sole risultano essere largamente insufficienti ad aiutare migliaia di agenti in difficoltà. Aspettiamo fiduciosi l’arrivo di ulteriori misure, in grado di mitigare almeno in parte i contraccolpi negativi che la categoria sta subendo.
Chiediamo almeno un segnale di riconoscimento per una professione determinante per lo sviluppo del Paese, mentre le ‘proposte d’ordine’ dei colleghi rimangono desolatamente vuote e le limitazioni alla mobilità sono aumentate. I nostri clienti sono le aziende e i negozi: se l’economia rallenta e i consumi diminuiscono, è inevitabile che anche gli ordini non si facciano, si riducano o vengano rimandati. Il nostro settore è costituito da microimprese, in gran parte ditte individuali, che traggono la propria sostenibilità economica dalle entrate correnti costituite dalle provvigioni mensili. Il loro venir meno totale o parziale non può non determinare difficoltà gravissime. Chiediamo al Governo al Parlamento di provvedere rapidamente a quella che riteniamo sia una grave e immotivata ingiustizia.
Quanto all’Enasarco – continuano i consiglieri -, l’attuale governo della Fondazione continua a brillare per il suo atteggiamento di rinvio che ora diventa vera latitanza. Come Consiglieri avevamo già chiesto alla Fondazione di attivarsi affinché si potessero “liberare” fondi del Firr (in pratica, il “Tfr” degli agenti e dei consulenti finanziari accantonato presso l’Enasarco), attraverso mirate ‘anticipazioni’ a ciascun agente o consulente finanziario che ne faccia richiesta. Non lo ha ancora fatto e dunque rinnoviamo l’invito per decisioni ed interventi immediati e risoluti. È inopportuno, quasi scandaloso che in questo difficile momento si discuta di temi inerenti carriere e premi per una parte di personale. Ciò manifesta poca attenzione ai veri problemi degli agenti, dei consulenti e delle stesse imprese mandanti.
Una particolare attenzione va rivolta anche al settore dell’intermediazione finanziaria, in cui operano i consulenti finanziari, che sono parte integrante degli iscritti alla Fondazione. Infatti, questi professionisti che curano la relazione con i risparmiatori, sono soggetti ad un ridimensionamento dei ricavi dovuto alla diminuzione degli asset finanziari della loro clientela.
Questa deve essere la vera occasione per dimostrare la natura indispensabile di Enasarco. Se Enasarco vuole continuare a esistere deve esistere per gli agenti, i consulenti finanziari e per le imprese mandanti in un momento come questo la Fondazione può e deve essere il motore di sostegno e di ripresa di tutto il settore. Ma occorre celerità, pronte risposte, impegnare da subito gli uffici dell’Ente nelle analisi e nelle simulazioni per produrre un progetto condivisibile dalle parti sociali.
Sempre in tema di Enasarco, vogliamo infine segnalare un pericolo: i due milioni che il CdA ha – per ora solo virtualmente – stanziato, in attesa di altre eventuali risorse, per l’emergenza Covid19 rischiano di trasformarsi in una mancetta insignificante, se divisi fra gli oltre 220mila agenti italiani. Proponiamo perciò che la somma venga trasformata in un fondo di garanzia in grado di consentire agli agenti di accedere alla liquidità di cui hanno bisogno.
Per quanto ci riguarda, sia chiaro che saremo disponibili a discutere solo temi e proposte che siano in grado di dare risposte nell’immediato agli agenti, ai consulenti finanziari, ai mediatori del credito e alle imprese mandanti. Ribadiamo perciò le nostre prime indicazioni su cui agire da subito:
- modifica della convenzione Firr per consentirne una anticipazione agli agenti;
- costituzione di un fondo di garanzia per agenti, i consulenti finanziari e consulenti;
- congelamento, almeno sino al 30 giugno 2020, degli adempimenti contributivi, dichiarazioni e versamenti.
- possibilità di utilizzare somme rivenienti dai rendimenti netti del patrimonio per una percentuale non superiore al 25 del totale.