Il responsabile Vigilanza Angelini in audizione in Commissione d’inchiesta: “richiesta su cause lentezza”
La Banca d’Italia ammette i ritardi degli istituti bancari sulle erogazioni dei prestiti garantiti alle imprese dal decreto liquidità, inviando una comunicazione a “un gruppo di banche che presentano un numero di erogazioni di prestiti garantiti in rapporto alle richieste ricevute inferiore al valore mediano del sistema” e chiede “di attivarsi rapidamente per rimuovere eventuali cause di ritardo imputabili a loro carenze”. E’ quanto ha affermato il responsabile della vigilanza di Banca d’Italia Paolo Angelini in audizione alla Commissione d’inchiesta. “Nella lettera chiediamo informazioni sulle cause dei ritardi, pur sottolineando la loro piena autonomia nella decisione di concedere o meno i finanziamenti”. “Dalle prime evidenze, ha spiegato Angelini, i ritardi non sono legati al capitale o alla liquidità delle banche ma a una serie di fattori temporanei quali l’organizzazione, l’elevato numero di domande, le norme e le difficoltà della pandemia”.
“E’ in rapida crescita la percentuale di erogazione di prestiti garantiti alle Pmi delle banche rispetto alle richieste” – ha aggiunto il responsabile della vigilanza di Banca d’Italia – secondo cui “questa quota è quasi raddoppiata nella seconda metà di maggio (dal 33 per cento del 15 maggio al 61 per cento – 63 per cento in termini di importi – del 29 maggio)”. “Il processo per far affluire il credito alle PMI, pur avviatosi con difficoltà, sembra essersi definitivamente messo in moto. Per i finanziamenti sopra i 25mila euro, rileva, i tempi sono più lunghi ma si tratta di un aspetto fisiologico”. “Di solito, ha concluso Angelini, si tratta di gente adulta che può interagire con più banche. Sulle 800mila richieste, 720mila sono sotto i 25mila euro ed è questo il segmento di Pmi che va più tutelato”.