Confesercenti: “Nessuna correlazione tra rischiosità e piccole dimensioni”.
Dal 2010 al 2016 le banche hanno attuato una politica di gestione del credito che ha privilegiato le imprese di media grande dimensione e ha tagliato l’erogazione alle piccole, che nel periodo hanno visto ‘svanire’ 31 miliardi di finanziamenti.
E’ quanto emerge dall’analisi sul credito condotta da Confesercenti a partire da dati ufficiali Bankitalia.
Dati che dimostrano in maniera inequivocabile la diversità di trattamento, nonostante la rischiosità delle piccole imprese non sia superiore a quella delle grandi. Anzi: negli ultimi sei anni, l’incidenza percentuale delle imprese con meno di 20 dipendenti sul totale delle sofferenze bancarie è sceso di sei punti, passando dal 25,7% al 19,7%. Più contenuta, rispetto alle grandi imprese, anche la crescita dello stock di sofferenze delle piccole: +118% in media, +124% per il piccolo commercio, contro un aumento del 207% delle grandi. Non vi è dunque correlazione determinata tra rischiosità e piccole dimensioni. Permane, invece, il problema dell’aumento dell’offerta di finanziamento alle imprese minori.
Eclatante è il caso delle piccole imprese del commercio che pur essendo ‘titolari’ di una percentuale molto bassa del totale di sofferenze (il 4,8%, in discesa dal 6% del 2010) hanno perso ben 7 miliardi di euro di finanziamenti.
Tant’è che per le microimprese del comparto commerciale – migliaia di attività – ottenere prestiti, anche di piccolissima entità, dalle banche è diventato un vero calvario. Il problema non è ovviamente quello di aprire una vertenza piccoli contro grandi, ma pretendere dal mondo delle banche una politica del credito rapportata alle reali capacità delle imprese e non condizionata aprioristicamente dalla dimensione delle stesse. Fare chiarezza su chi ha prodotto questa mole di sofferenze bancarie che ha portato al dissesto di molte banche sarebbe a questo punto non una necessità, ma una priorità.
Infatti se si vuole sostenere la crescita del Paese bisogna anche garantire il credito al diffuso e vitale tessuto economico fatto da piccole e medie imprese.