Nuove regole su affidamenti bancari soffocano le imprese e strangolano economia reale.
Confesercenti a sostegno delle pmi con società di controgaranzia Commerfin”
“Nel nostro Paese le micro, piccole e medie imprese costituiscono il 94% delle aziende e sono responsabili del 58,8% dell’occupazione del settore privato. Proprio per questo tra i principali nodi da sciogliere c’è l’emergenza creditizia del Sistema Italia: dal novembre 2011 i prestiti alle imprese si sono contratti mediamente del 6% su base annua, ad un ritmo di circa 850 milioni di euro al mese” – ha dichiarato nel corso del suo intervento il vice presidente vicario di Confesercenti e presidente di Italia Comfidi, Massimo Vivoli alla tavola rotonda sulle problematiche legate all’accesso al credito per le pmi organizzata da Commerfin, società di cogaranzia e controgaranzia aderente al sistema Confesercenti. “Il credit crunch non si traduce soltanto in meno credito – ha proseguito Vivoli – ma anche in credito più costoso. Fenomeno che sembra essere inversamente correlato alla dimensione di impresa: colpisce maggiormente le piccole imprese, che soffrono di un maggiore razionamento del credito e di tassi di interesse più elevati. Proprio per questo, le linee di impegno di Confesercenti si concentrano sulla valorizzare del ruolo che Commerfin svolge a sostegno delle piccole e medie imprese: come mezzo di garanzia per le banche, migliora la qualità del credito generando positive ricadute sui confidi associati grazie al rilascio di controgaranzie. Inoltre, la confederazione rivolge massima attenzione ai rapporti con gli istituti bancari in ottica di partnership; mira a sviluppare i rapporti con il Fondo Centrale di Garanzia per favorire l’accesso al credito assistito dalla garanzia pubblica; sostiene la competitività del sistema Italia Comfidi, il più grande consorzio fidi presente in Italia.
“Chiediamo, infine, al Governo – ha concluso Vivoli – di intervenire subito in Europa chiedendo la modifica delle nuove regole sulla concessione del credito imposte dall’EBA, l’organo di vigilanza bancaria dell’area euro, che rischiano di soffocare ulteriormente le pmi e strangolare l’economia reale: in particolare, la prima che di fatto impedisce ad un istituto di credito di intervenire a supporto di un cliente in difficoltà più di una singola volta e la seconda che introduce norme inflessibili sugli sconfinamenti dei fidi per oltre 90 giorni, anche di un singolo euro, nel caso riguardi una linea di credito uguale o superiore al 20% del totale degli affidamenti, costringendo la banca a dichiararlo in default su tutte le sue linee di credito.
60.000 imprese stremate dalle tasse, dalla burocrazia e dalla mancanza di accesso al credito sono scese in piazza a Roma, lo scorso 18 febbraio, per chiedere un deciso cambio di rotta: le istituzioni ascoltino il loro grido d’allarme”.