Le finanze pubbliche hanno beneficiato del calo dei tassi di interesse sui titoli di Stato
Crescita del Pil allo 0,6% quest’anno e all’1,2% l’anno prossimo, dopo il -1,9% registrato nel 2013; deficit pubblico sempre sotto il 3% del Pil, raggiunto nel 2013, con un’ulteriore riduzione al 2,6% nel 2014 e al 2,2% nel 2015; avanzo primario strutturale “stabilizzato” al 4,5% del Pil nel triennio 2013-2015; e debito pubblico ancora in aumento quest’anno, con picco al 133,7% del Pil (rispetto al 132,7% del 2013) per poi finalmente avere un inizio di discesa nel 2015 con il 132,4%. Sono i dati più importanti relativi all’Italia delle previsioni economiche d’inverno della Commissione europea, pubblicate oggi a Bruxelles e a Strasburgo, dove saranno presentate alla stampa dal commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn.
La Commissione prevede un picco quest’anno anche per la disoccupazione, in aumento al 12,6%, (dal 12,2% dell’anno scorso), con un’inizio di riduzione, al 12,4%, nel 2015. Secondo le previsioni, inoltre, l’aumento dei prezzi rallenterà ulteriormente, ma non ci sarebbe rischio di deflazione: il tasso d’inflazione è stimato infatti che scenda allo 0,9% quest’anno, per poi tornare nel 2015 all’1,3%, lo stesso livello del 2013. Da notare che le stime della Commissione sulla crescita sono state riviste leggermente al ribasso, rispetto alle precedenti previsioni d’autunno (pubblicate il 5 novembre), in cui l’aumento del Pil era dato allo 0,7% nel 2014 e all’1,5% nel 2015.
Sul debito pubblico, la Commissione osserva che il picco previsto per il 2014 (133,7% del Pil) incorpora il pagamento del debito commerciale arretrato delle Pubbliche Amministrazioni (per un valore complessivo pari all’1,6% del Pil), e le entrate (pari allo 0,5% del Pil) dovute alle privatizzazioni, mentre il lieve calo previsto per il 2015 sarà determinato “dall’alto avanzo primario e dalla crescita nominale del Pil”. Il pagamento del debito arretrato delle P.A. ha aumentato di quasi l’1% la spesa primaria nel 2013, dopo una riduzione dell’1,5% nel triennio 2010-2012, stima ancora la Commissione, aggiungendo che, tuttavia, “le finanze pubbliche hanno beneficiato del calo d’interessi sui titoli di Stato”, con una spesa per il Tesoro che è diminuita dal 5,5% del Pil nel 2012 al 5,3% nel 2013.
L’Esecutivo Ue si aspetta che nel 2014 “la spesa pubblica per gli interessi si stabilizzi”, e che “l’avanzo primario continui a migliorare portandosi al 2,7% del Pil”. In ogni caso, conclude la Commissione, “si prevede che il moderato aumento anno su anno della spesa primaria sarà più che compensato da un aumento delle entrate correnti in linea con l’aumento del Pil”. Migliorano, però, le stime sul deficit italiano della Commissione Ue: dopo il 3% del 2013, nel 2014 l’indebitamento netto sara’ pari al 2,6% del Pil contro il 2,7% stimato in novembre, e nel 2015 scendera’ ancora al 2,2% (era il 2,5%). La spesa primaria e’ cresciuta nel 2013 di circa l’1% in un anno dopo essere scesa dell’1,5% nel periodo 2010/2012.
Ma le finanze pubbliche hanno beneficiato del calo dei tassi di interesse sui titoli di Stato che hanno portato a una riduzione della spesa per interessi dal 5,5% del Pil nel 2012 al 5,3%. Nel 2014, ci si aspetta una stabilizzazione della spesa per gli interessi e un aumento dell’avanzo primario al 2,7% del Pil. Senza cambiamenti di politica economica, pero’, dopo un miglioramento marginale dei conti strutturali, con un -0,6% di deficit nel 2014 (da -0,8% nel 2013), la situazione tornera’ a peggiorare nel 2015 con un deficit strutturale dello 0,8%.