Crescono spese obbligate, sanità e comunicazione. Effetto ‘recessione’ anche per le entrate dello Stato. Aumento dell’IVA è stato autogol per l’erario: dal 2011 al 2013 persi circa 5,4 miliardi
Durante la crisi dei consumi, la spesa degli italiani non si è solo ridotta, ma è cambiata. La complessiva contrazione dei consumi registrata in Italia tra il 2007 e il 2012 (-5,4%, circa 47 miliardi in meno) si è infatti accompagnata ad un cambiamento permanente dei comportamenti di spesa. Una quota sempre maggiore dei consumi si è indirizzata verso le spese obbligate, dalle bollette a quelle per la casa, cresciute nel periodo di oltre 4,6 miliardi (+2,6%). Ma gli italiani hanno speso di più anche per la sanità, la comunicazione, la ricreazione e la cultura. Calano invece le spese per istruzione, mobilità, vestiario e persino per i generi alimentari. In alcuni comparti si manifesta una variazione di spesa da diversi anni, e quindi verosimilmente un cambiamento nelle scelte del consumatore, dettato da trasformazioni culturali ma anche dal crollo del potere d’acquisto. In una fase recessiva per i consumi, l’aumento dell’IVA è stato un autogol anche per l’erario: dal varo del primo di incremento di aliquota dal 20 al 21% – nell’ottobre 2011 – il gettito dell’imposta è diminuito continuamente. Confrontando il periodo gennaio-ottobre 2011 con lo stesso del 2013, si registra una variazione negativa di 5.377 milioni di euro.
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Tabella 1: Consumi in Italia durante la crisi, 2007-2012
Voci di Consumo |
2007-2012 |
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Flessione |
var. assol. |
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cumulata (%) |
(mln euro) |
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Alimentari e bevande non alcoliche |
-9,3 |
-11.792 |
Bevande alcoliche e tabacchi |
-11,2 |
-2.495 |
Vestiario e calzature |
-12,5 |
-8.627 |
Abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili |
+2,6 |
4.567 |
Mobili, elettrodomestici e manutenzione della casa |
-10,5 |
-6.801 |
Sanità |
+8,2 |
2.167 |
Trasporti |
-22,7 |
-24.730 |
Comunicazioni |
+5,7 |
1.491 |
Ricreazione e cultura |
+2,5 |
1.464 |
Istruzione |
-4,4 |
-357 |
Alberghi e ristoranti |
-0,5 |
-507 |
Beni e servizi vari |
-0,4 |
-528 |
Totale sul territorio economico |
-5,4 |
-47.028 |
Elaborazioni Confesercenti su dati Istat
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Le spese in crescita: bollette, salute e smartphone
Tra le voci di spesa in aumento assume particolare significato la crescita del peso delle cosiddette “spese obbligate”, rappresentate in maniera significativa dal comparto “Abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili”, e cresciute circa del 2,6% (quasi 4,6 miliardi di euro in più). E’ bene ricordare che dal 2008 a oggi le tariffe a controllo locale sono cresciute a tassi molto superiori rispetto all’indice generale dei prezzi al consumo (+12%): l’acqua potabile registra un +41%; l’energia elettrica +18%; il gas per uso domestico + 28%. In aumento pure i costi sanitari (+8,2%, pari a +2,1 miliardi), in qualche modo ascrivibili tra le ‘spese obbligate’, o che dovrebbero essere tali. Il periodo della crisi ha coinciso con il boom, anche in Italia, delle vendite di smartphone, tablet e accessori. Un vero e proprio cambiamento culturale, che ha portato il comparto “telefoni ed equipaggiamenti” a registrare un aumento record del 62% dal 2007, che ha trainato l’aumento complessivo del comparto comunicazioni (+5,7%, pari a circa 1,5 miliardi di euro). In generale, crescono i consumi tecnologici: la spesa per gli articoli audiovisivi, i computer e gli accessori aumenta del 20,1%. Ha continuato a crescere anche il desiderio di prendersi cura di se stessi: aumenta di quasi 1,5 miliardi (+2,5%) la spesa per ricreazione e tempo libero. In particolare, aumenta per parrucchieri, saloni di bellezza, prodotti per la cura della persona (+ 5,1%).
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Si taglia lo stile di vita italiano: in calo spesa per auto e moda, cinghia tirata anche a tavola.
Stretti dal calo del potere d’acquisto, gli italiani hanno tagliato alcune spese più di altre, soprattutto quelle tradizionalmente più legate allo stile di vita ‘italiano’, dai motori alla moda e alla buona tavola. Da questo punto di vista la contrazione più significativa è quella della spesa per i trasporti, che tra il 2007 e il 2012 si riduce di 24,7 miliardi di euro (-22,7%). A pesare è soprattutto la contrazione dell’acquisto di mezzi di trasporto (tra il 2007 e il 2013, -55%). L’acquisto di una nuova automobile è tipicamente una spesa pro-ciclica, che aumenta nei momenti di crescita economica e diminuisce nelle fasi di crisi. Ma ad impressionare è l’ampiezza della caduta: le immatricolazioni di autovetture si sono praticamente dimezzate negli ultimi cinque anni. Il comparto “Vestiario e delle Calzature” registra la seconda flessione più grave (-12,5%) per un totale di circa 8,6 miliardi in meno, mentre la spesa per “Mobili, elettrodomestici e manutenzione della casa”, perde 6,8 miliardi (-10,5%) dal 2007 al 2012. Il crollo è frutto principalmente della caduta nella spesa dei mobili d’arredamento (-23%). Nello stesso periodo, si registra un calo sensibile anche per la voce di consumo “Alimentari e bevande non alcoliche”, che si contrae di quasi 11,8 miliardi, pari a 9,3 punti percentuali. La spesa alimentare risulta meno sensibile di altre voci all’andamento del ciclo economico, e proprio per questo il suo andamento sembra dare segnali inequivocabili di cambiamento di stile di vita. Le famiglie italiane con gli anni si sono adeguate a comportamenti di spesa frutto di un abbassamento, costante e ritenuto permanente, del proprio livello di reddito. E si sono trovate a rivedere abitudini di spesa e preferenze di acquisto non solo alla ricerca di risparmio, di convenienza ma anche di frugalità di consumo, praticità d’uso e minore deperibilità.
Roma 21 febbraio 2014