L’indice è salito a 86,8 da 83,8 di dicembre. Confesercenti: “Non ci si illuda, cresce soprattutto la speranza”
Fiducia delle imprese in aumento a gennaio. Lo rileva Istat, il cui indice è salito a 86,8 da 83,8 di dicembre. L’andamento dell’indice complessivo, sottolinea l’istituto, rispecchia un miglioramento significativo della fiducia delle imprese del settore dei servizi di mercato e di quelle del commercio al dettaglio; risulta invece in diminuzione la fiducia delle imprese manifatturiere e delle imprese di costruzione.
Entrando nello specifico, l’Istat spiega che l’indice destagionalizzato del clima di fiducia delle imprese dei servizi sale da 80,9 di dicembre a 88,5. Migliorano le attese sul livello degli ordini e, soprattutto, sull’andamento dell’economia in generale (varia da -36 a -24 il relativo saldo)mentre i giudizi sugli ordini restano stabili a -20.
Nel commercio al dettaglio, l’indice del clima di fiducia aumenta, passando da 90,7 di dicembre a 93,5. L’indice aumenta sia nella grande distribuzione (da 92,2 a 92,8), sia in quella tradizionale (da 90,7 a 94,8).
L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere invece è in diminuzione, passando da 98,2 di dicembre a 97,7. Migliorano le attese di produzione (da 4 a 5 il saldo) e rimangono stabili i giudizi sugli ordini (a -27)mentre il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da -4 a -1. L’analisi del clima di fiducia per raggruppamenti principali di industrie (Rpi) indica un miglioramento dell’indicatore per i beni strumentali (da 95,2 a 97,5) ed un peggioramento per i beni di consumo (da 98,8 a 97,2) e per i beni intermedi (da 101,0 a 98,4). Infine, è in discesa anche l’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione che scende da 82,2 di dicembre a 76,5. I giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione e le attese sull’occupazione peggiorano (da -42 a -49 e da -21 a -23 i rispettivi saldi).
“L’indice di fiducia delle imprese in crescita è un buon segnale, ma non deve ingenerare illusioni: ad aumentare sembra soprattutto la speranza nell’arrivo della ripresa economica nel prossimo futuro, mentre il giudizio sulle condizioni attuali rimane fortemente negativo”.
Così, in una nota, Confesercenti commenta i dati diffusi oggi dall’Istat, che vedono migliorare l’indice di fiducia delle imprese, trainato soltanto dagli aumenti registrati nei servizi di mercato e nel commercio al dettaglio, dove si segnala soprattutto il recupero del dettaglio tradizionale, passato da quota 90,7 a 94,8.
“Nel commercio al dettaglio tradizionale, infatti, a migliorare è solo il giudizio sulle attese di vendite future, che passa da -11 a -9. Le altre due voci che compongono l’indice rimangono invece stabili o in peggioramento: i giudizi sulle vendite attuali sono fermi a -45, mentre quelli sulle scorte scendono da 4 a -5. Gli imprenditori della distribuzione tradizionale – conclude Confesercenti – restano dunque pessimisti sulle condizioni attuali dell’economia nazionale, in particolare sullo stato della domanda interna, ancora ferma, ma hanno ancora la forza di scommettere sul futuro del Paese. Un capitale di fiducia che non va sottovalutato, ma va sostenuto e non disperso nell’immobilismo: occorrono infatti interventi precisi, in particolare a favore dell’alleggerimento della pressione fiscale, perché le migliori attese per il futuro si possano tradurre in fiducia nel mercato attuale”.