E’ quanto emerge dall’Osservatorio sul tema della Link Campus University
“Dal 2012 sono in totale 988 in Italia i casi di suicidio per motivazioni economiche, mentre sale a 717 il numero dei tentati suicidi”. A rilevarlo l’Osservatorio “Suicidi per motivazioni economiche” della Link Campus University che pubblica i dati di 7 anni di attività e indagine sociologica sul fenomeno.
Se all’inizio del monitoraggio a essere particolarmente colpita era la categoria degli imprenditori, oggi i dati mostrano come l’incidenza sia cresciuta soprattutto tra i disoccupati: dal 2012 a oggi
rappresentano infatti il 41,8% gli imprenditori suicidi e il 40,1% quei disoccupati che, a causa della perdita del lavoro o dell’incapacità di reinserirsi nel mercato, hanno scelto di togliersi la vita. A questi si aggiunge quel 12% circa di coloro che un lavoro l’avevano ma, schiacciati dal peso dell’instabilità lavorativa ed economica, hanno visto nel gesto estremo l’unica via di uscita. I suicidi tra i disoccupati nel 2012 erano pari al 31,5% del totale, a fronte del 55,1% registrato tra gli imprenditori.
Per ciò che riguarda la distribuzione geografica del fenomeno, l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio rileva una sua decisa crescita nelle regioni meridionali soprattutto nell’ultimo anno: i suicidi al Sud passano infatti dal 14,6% del 2012 al 31,8% del 2018. Tuttavia, se si guarda al dato complessivo di questi 7 anni, è ancora il Nord-Est a occupare la cima di questa triste classifica raccogliendo il 24,5% dei suicidi legati a motivazioni economiche, seguito a brevissima distanza proprio dal Sud con il 24,1% degli episodi. Il 21,3% dei casi si registra ancora nelle regioni centrali, il 19,6% nel Nord-Ovest, il 10,3% nelle Isole. Tra le regioni più interessate dal 2012, il Veneto (15,8%) con le province di Padova, Venezia e Treviso, e la Campania (13,5%), che proprio nel 2018 fa registrare la percentuale più elevata da quando l’Osservatorio ha avviato il monitoraggio (21,8% nel 2018 contro il 12,4% del 2012), con in testa le province di Napoli e Salerno.
Dall’analisi complessiva, infine, emerge come dal 2012 al 2018 la fascia d’età più esposta risulti quella dei 45-54enni, con un’incidenza pari al 34,1%, nonostante continui a preoccupare la progressiva crescita del numero di suicidi tra i più giovani: complessivamente infatti rappresentano il 20% del totale i suicidi tra i 35-44enni e il 10% circa quelli tra gli under 34 (di questi il 7,6% tra i 25-34enni e l’1,9% tra i minori di 25 anni).