Oggi a Milano il convegno organizzato da Confesercenti Lombardia. Conclusioni del Presidente Nazionale Confesercenti Massimo Vivoli
Riflessioni e proposte per un processo evolutivo nel mondo della garanzia di credito alle imprese. Sono stati questi i temi al centro del convengo “Diversamente Confidi”, organizzato oggi da Confesercenti Lombardia presso la Sala Consiglio della Camera di Commercio di Milano (Palazzo Turati – via Meravigli 9/b, Milano). Un’occasione preziosa per raccogliere pareri e suggerimenti di autorevoli rappresentanti del mondo bancario e della pubblica amministrazione su un tema di particolare rilevanza e attualità.Ai fini organizzativi, chiediamo cortesemente entro il 12 maggio 2015 di confermare la partecipazione al seguente indirizzo mail: [email protected].
Il convegno, presieduto dal Presidente di Confesercenti Lombardia Giorgio Ambrosioni, si è aperto con i saluti di Mauro Parolini Assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia. Importante la platea dei relatori, tra cui il Direttore Confesercenti Regionale Lombardia Alessio Amerigo, l’Amministratore Delegato Italia Comfidi Emilio Quattrocchi, il Dirigente area competitività delle imprese della Camera di Commercio di Milano Roberto Calugi , il Rappresentante nazionale delle finanziarie regionali – ANFIR Luca Felletti, il Membro della Commissione Regionale ABI Lombardia Walter Cappo ed il Presidente del Comitato di Indirizzo del RTI Gestore del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI Guglielmo Belardi. A concludere l’incontro l’intervento del Presidente Nazionale di Confesercenti Massimo Vivoli.
“Il sistema dei Confidi in Italia – spiega il direttore Alessio Merigo – vive una fase difficile, di crisi di identità e credibilità, dentro una prospettiva economica che non fa pensare a crescite esponenziali e con una politica che ancor oggi non permette di delineare certezze e strategie a lungo termine. E’ tanto più urgente, dunque, attivare un confronto non tanto su “come” oggi si presenta il sistema creditizio, quanto piuttosto su ciò che dovrebbe diventare per rispondere meglio alle esigenze di tutta la filiera del credito, a partire dall’impresa fino ad arrivare alla banca. Essere “diversamente Confidi” vuol dire, in primis, ascoltare i partner storici (Imprese, Banche, Finanziarie regionali, Cciaa, Fondo centrale) per rilevare quali aspettative hanno, nello senario attuale, nei confronti della realtà dei Confidi e ragionare concretamente su cosa di nuovo si possa offrire loro, sia in ordine di dimensionamento (vedasi il tema delle aggregazioni), ma anche in ordine a nuove modalità operative per assicurare un livello qualitativo ed un’offerta articolata nell’accesso al credito, che risponda effettivamente alle mutate istanze di chi fa impresa”.
“L’importanza delle strutture dei Confidi sul territorio – ha detto il Presidente Massimo Vivoli – è innegabile: non solo per le garanzie sul credito, ma anche perché hanno offerto importanti consulenze, ovviamente gratuite, agli imprenditori locali. La durata della crisi e la violenza con cui ha colpito la nostra economia hanno minato anche le piccole e medie imprese che, in condizioni normali di mercato, sarebbero considerate sane e avrebbero accesso al credito bancario attraverso i canali ordinari. Fin dall’avvio della crisi i Confidi hanno svolto un ruolo determinante per sostenere le PMI nell’accesso al credito, divenendo per queste dei veri e propri “ammortizzatori sociali”. Tuttavia, il grande sforzo sostenuto per svolgere la propria funzione e le perduranti difficoltà delle imprese di riferimento stanno investendo anche gli stessi Confidi. Bisogna attivare efficaci politiche pubbliche tese a portare avanti l’azione del sistema Confidi. Sostenere il sistema dei Confidi, infatti, vuol dire sostenere l’intero sistema del credito alle imprese, senza il quale sarà impossibile ripartire. Per avere un vero rilancio, però, bisogna puntare con forza alla semplificazione: a partire dal carico degli oneri burocratici e di processo che il sistema dei Confidi è tenuto ad espletare, eliminando una vasta categoria di obblighi che attualmente sono “inutilmente duplicati”.
“In questo momento – ha concluso Vivoli – credo sia necessario mettere in campo interventi straordinari, su cui far convergere l’impegno di tutti. Occorre elaborare una vera e propria politica economica della garanzia, in grado di potenziare la sinergia tra soggetti pubblici e privati, di ottimizzare l’impiego delle sempre più limitate risorse destinate a questa tipologia di interventi, di rendere più efficaci ed efficienti gli strumenti di intervento disponibili. Dobbiamo anche mettere le banche in condizione di erogare prestiti: per questo contrastiamo con forza l’ipotesi alla studio di accrescere l’assorbimento patrimoniale delle imprese minori in funzione della leva finanziaria”.