Renzi in Parlamento: “Brexit pesa sulla storia della UE”. Nel pomeriggio il premier vola a Berlino per incontrare Merkel e Hollande
Oggi, a Berlino, ci sarà il vertice tra Merkel, Renzi e Hollande per fare il punto della situazione dopo l’esito del referendum sulla Brexit. Mentre il segretario di Stato americano John Kerry, sarà a Bruxelles e Londra per colloqui sula Brexit. A Londra, intanto, il premier David Cameron riunisce i ministri del suo governo che ha già fatto sapere che non chiederà l’attivazione dell’articolo 50 dei Trattati europei per avviare la procedura che permetterà al Regno Unito di uscire dall’Ue. Stando a una fonte Ue, è quello che si aspettano i leader dell’Unione in occasione dell’incontro di martedì a Bruxelles. Cameron lascerà probabilmente il compito di avviare la procedura al suo successore. Mentre la Scozia potrebbe negare la ratifica dell’esito del voto che sancisce l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione. “Chiederò ai parlamentari di negare il consenso legislativo”, ha detto alla Bbc la signora Nicola Sturgeon, primo ministro di una regione in cui il Remain ha prevalso sul Leave con il 68% dei consensi.
“Il voto del popolo inglese sull’uscita della Gran Bretagna dalla UE è una vicenda storica, chi cercasse oggi di minimizzare o di strumentalizzare ciò che è avvenuto commetterebbe un errore politico”. Così in Senato il premier Renzi, ricordando che quel voto “pesa come un macigno per la storia del’Ue. Non entro qui nel merito dell’articolo 50 che aprirà il negoziato per l’uscita dall’Ue della Gran Bretagna – ha proseguito – e sulle regole del gioco. Sono dinamiche che affronteremo in sede europea. Ma l’Italia dice che tutto può fare l’Europa tranne che aprire per un anno una discussione sulle procedure dopo aver discusso un anno sulle trattative. Così si perde di vista il messaggio del referendum. Se oggi, a dispetto di larga parte delle previsioni, con affluenza straordinaria , ha vinto la Brexit, tutto possiamo fare tranne che fare finta di niente. Se il popolo vota e altrove si cerca di mettere la pezza su ciò che il popolo ha deciso, si mina il gioco democratico. Serve questa consapevolezza indipendentemente dalle opinioni del singolo. Quello che si apre domani – dice ancora Renzi – è un vertice Ue, temo non sarà l’ultimo a occuparsi di questi argomenti, che dovrà essere concentrato non solo sull’uscita della Gran Bretagna ma anche su rilancio dell’Ue, su come impostare una strategia. Questo è momento per riportare Ue alla sua forte identità, un’Ue che combatte una battaglia di giustizia sociale non solo burocratica. Oggi manca la consapevolezza della gravità della situazione: non vorrei che si potesse pensare di far finta di niente o che si possa immaginare un percorso molto lungo in attesa di un altro referendum. Rispetteremo quello che decidono i britannici ma l’Europa deve smuoversi perché se si sta un anno ad aspettare perdiamo le sfide con le priorità del nostro tempo. Ciò che è avvenuto nel Regno Unito può essere la più grande occasione per l’Europa se smettiamo di stare sulla difensiva. Le ragioni per le quali abbiamo criticato dall’interno le istituzioni Ue cercando di portare il nostro contributo sono rese più forti che mai dalle dinamiche voto inglese. L’Ue si deve occupare più di questione sociali e meno di questione burocratiche”.
Nel pomeriggio il premier sarà a Berlino, per il vertice con il presidente francese, Francois Hollande e il cancelliere, Angela Merkel.