“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia alla fine di febbraio segna una drammatica cesura nella storia recente”, peggiorando “di colpo le prospettive di crescita dell’economia mondiale, in una fase in cui i danni inferti dalla pandemia non sono ancora del tutto riparati”.
“È in corso da tempo una riflessione sugli equilibri internazionali e sul governo della globalizzazione, imposta dai gravi shock che hanno colpito in successione l’economia mondiale negli ultimi 15 anni, dalle conseguenze distributive di questo processo nei diversi paesi, nonché dai progressivi mutamenti nel peso relativo – demografico, economico e politico – delle nazioni avanzate e di quelle emergenti. La guerra in Ucraina rischia di deviare il corso di questo necessario ripensamento e riportarci verso un mondo diviso in blocchi, con minori movimenti non solo di beni, servizi e capitali finanziari, ma anche di tecnologie, idee e persone”.
Lo sottolinea il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco nelle Considerazioni Finali ricordando come “negli ultimi trent’anni, con la fine della Guerra fredda, l’apertura degli scambi e il progresso tecnologico hanno prodotto profondi mutamenti” fra cui l’accesso ai mercati globali per “miliardi di persone che prima ne erano di fatto escluse; ne è conseguita un’espansione senza precedenti” con un aumento del Pil mondiale che “oggi è due volte e mezzo il livello del 1990, quello pro capite è aumentato del 75 per cento, il commercio internazionale è più che quadruplicato” mentre “il numero di persone in condizioni di povertà estrema è diminuito nettamente, con l’eccezione dell’Africa subsahariana, da quasi 2 miliardi a meno di 700 milioni”.
Con l’esplosione del conflitto – continua Visco – l’incertezza è drasticamente aumentata a livello globale, e investe i pilastri sui quali si basa l’assetto economico e finanziario internazionale emerso dalla fine della Guerra fredda: la convivenza pacifica tra le nazioni, l’integrazione dei mercati, la cooperazione multilaterale”.
Gli effetti sull’economia saranno importanti. “In aprile valutavamo che il prolungamento del conflitto in Ucraina avrebbe potuto comportare circa 2 punti percentuali in meno di crescita, quest’anno e il prossimo”. Così Ignazio Visco nelle Considerazioni finali. “Le stime più recenti delle maggiori organizzazioni internazionali sono simili. Non si possono però escludere sviluppi più avversi. Se la guerra dovesse sfociare in interruzione delle forniture di gas russo, il pil potrebbe ridursi nella media del biennio”.
“La cooperazione internazionale non deve cedere il passo”, conclude Visco. “La necessaria riflessione sul governo della globalizzazione non deve venire offuscata dalla sfiducia e dalle tensioni che derivano dal conflitto in atto; va invece coltivata con il massimo impegno, mantenendo aperto il dialogo, la speranza che la guerra, per la quale esprimiamo netta e totale condanna, cessi al più presto”.
Leggi il testo completo delle Considerazioni Finali del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.