Necessario lavorare per aumentarne la dotazione finanziaria
“Riteniamo il ‘Tax Credit’ un ottimo strumento per le piccole librerie che sono poi quelle che hanno più bisogno di un aiuto concreto alla propria attività. L’istituzione di questo credito di imposta, infatti, scaturiva dalla volontà di fornire un sostegno mirato in particolar modo alle imprese meno strutturate e, quindi, più a rischio”.
Così Cristina Giussani, presidente del SIL Sindacato Italiano Librai Confesercenti precisa la posizione dell’associazione in seguito alle perplessità espresse da alcuni librai esclusi dall’assegnazione sia sui termini del provvedimento sia sulla comunicazione degli aventi diritto al credito.
“Sul sito del Ministero – prosegue Giussani – sono spiegate le modalità con le quali il riparto è stato effettuato (https://taxcredit.librari.beniculturali.it/ammessi-al-credito/). Noi come sindacato riteniamo che la Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali del Ministero, incaricata della gestione di tutte le fasi applicative del provvedimento, abbia operato con trasparenza e correttezza, in ogni stadio, compreso quello di comunicazione degli aventi diritto. Resta comunque un problema di fondo: l’insufficiente dotazione complessiva del credito d’imposta, che non ha permesso al Mibac di assegnare fondi agli scaglioni di fatturato successivi al primo. Ma questo non può portarci, come proposto da altre Associazioni, a ritenere più valido un concetto di assegnazione basato sulla suddivisione proporzionale al fatturato a tutti i richiedenti. Questo, infatti, comporterebbe che a beneficiare del contributo sarebbero soggetti di medio-grandi dimensioni, le cui attività sono già sostenute da strutture finanziarie complesse ed importanti. Al contrario il Tax Credit librerie ha dato una boccata d’ossigeno alle più piccole, le stesse che hanno fortemente creduto nel provvedimento, come dimostrano i dati: su 1196 imprese che hanno presentato richieste, le librerie indipendenti sono state 920, il 77% del totale”.
“Noi – conclude Giussani – abbiamo lavorato con il Ministero su questo provvedimento e ci siamo battuti per affermare la necessità di riconoscere, come più bisognose di sostegno, le realtà più piccole, le stesse che più faticano a realizzare fatturati. Migliorare si può e proprio in questa direzione occorre lavorare, ma non con un approccio distruttivo e totalmente critico. Se nelle prossime edizioni del tax credit dovessero cambiare gli obiettivi indicati dal Ministero, il SIL si troverebbe, nuovamente a lavorare cercando di indirizzare le scelte politiche prima e gli strumenti tecnici poi verso il miglior risultato possibile. Che in ogni caso resta per tutti la realizzazione di condizioni di mercato che consentano a tutti di competere: la revisione della Legge Levi”.