I primi dati della stagione estiva 2015 indicano un aumento delle presenze. Buoni risultati per gli hotel a classificazione elevata. Giudizi contrastanti per il trimestre: male giugno in quasi tutte le aree, forte recupero in luglio e agosto.
Dopo l’estate 2014, quando piogge e temperature basse avevano condizionato le vacanze al mare degli italiani, quella del 2015 sarà ricordata come una delle migliori degli ultimi anni. Oltre alla domanda italiana, la spinta alla crescita è arrivata anche dai numerosi turisti stranieri che hanno soggiornato nelle diverse località regionali. In lieve recupero il fatturato delle imprese.
Questi, in estrema sintesi, i risultati dell’indagine svolta dal 21 al 31 agosto dal Centro Studi Turistici di Firenze, per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna, presso un campione di 697 strutture ricettive della Regione.
Nel trimestre estivo (giugno-luglio-agosto) i risultati dovrebbero segnare un aumento di presenze del 2,9%, pari ad oltre 700.000 pernottamenti in più, mentre il volume d’affari delle imprese è stimato al +1,4%.
Tutto il settore ha beneficiato delle ottime condizioni climatiche, soprattutto in luglio e agosto, che probabilmente ha inciso sull’importante recupero delle vacanze degli italiani, anche se non è mancata la domanda estera.
I risultati peggiori sono stati registrati nel mese di giugno, mentre in luglio e agosto si è assistito ad un aumento degli arrivi e delle presenze.
In generale, la stima dei risultati del trimestre è del +2,3% di italiani e del +4,4% di stranieri, con un valore totale pari al +2,9%.
La Costa Adriatica: il dato dovrebbe attestarsi al +2,7%. All’aumento degli italiani (+2,3%) si è aggiunto il +3,9% di presenze degli stranieri.
Terme e Benessere: trend di recupero del settore con il +2,7% rispetto al trimestre 2014. La domanda italiana è stimata al +1,5% e quella straniera al +7,3%.
Appennino e Verde: se in termini di presenze si registra un netto aumento degli italiani (+3,9%), decisamente lusinghiero appare il trend degli stranieri (+8,9%), che portano il dato complessivo al +4,9%.
Città d’arte: l’unica tipologia di offerta con una sostanziale stabilità della domanda italiana (+0,4%), ma con un marcato aumento degli stranieri (+7,6%), che spinge il dato complessivo al +3,8%.
Rispetto alla tipologie ricettive, il trimestre dovrebbe segnare il +3,3% per il comparto alberghiero e il +1,8% per la ricettività complementare. Tra le strutture alberghiere i 4/5 stelle sono stimati al +5,2%, i 3 stelle al +3,1% e gli hotel a 1/2 stelle al +0,9%.
Sulla base delle indicazioni del campione, il tasso di occupazione registrato dalle strutture ricettive regionali nel corso della stagione estiva 2015 si attesterebbe su una media del 56,5%, in aumento di oltre 2 punti percentuali. Il tasso di occupazione più elevato è stato conseguito dagli hotel (66,5%), mentre per le strutture extralberghiere il dato si ferma al 50,6%. Per le strutture ricettive della Costa Adriatica l’occupazione dell’offerta disponibile è stimata al 71,3%, a differenza delle imprese attive nelle Città d’Arte che hanno conseguito mediamente il 49,4%.
Tantissime le segnalazioni di aumento dei diversi mercati esteri, ma i valori di crescita più significativi sono stati raccolti per gli svizzeri, olandesi e francesi.
Settembre dovrebbe segnare un trend di stabilità e il risultato a consuntivo dipenderà anche dalle condizioni meteo.
Per il direttore di Confesercenti E.R. Stefano Bollettinari: “Il clima molto favorevole dell’estate di quest’anno assieme ai problemi di sicurezza di alcune destinazioni nostre competitor hanno consentito di chiudere la stagione turistica estiva 2015 con un risultato soddisfacente, considerati gli attuali trend dell’economia, ma è indubbia la necessità per il nostro sistema turistico di migliorare i fattori competitivi strutturali delle nostre destinazioni e della nostra offerta”.
Per il presidente di Assohotel Confesercenti Filippo Donati: ”Se dal punto di vista statistico il dato è positivo, benchè ci si attendesse di più anche dal traino di Expo, il dato della redditività non lo è altrettanto. Di fatto il piccolo incremento registrato sul fatturato, viene purtroppo intaccato da una fiscalità ormai insopportabile per noi imprenditori”.