Il Presidente Giberti: “I benzinai sono stremati dagli aumenti, il taglio delle accise non basta”
La benzina vola oltre a un euro e 90 centesimi, in modalità “servito” sfora il tetto dei due euro. Così il Governo ipotizza nuovi interventi sulle accise che però serviranno solo a tamponare il problema senza risolvere la questione
Per i gestori degli impianti è davvero un periodo critico: aumenta l’esposizione per l’acquisto dei prodotti, si riducono le vendite e si deve fare i conti con l’aumento dei costi di gestione. Nel primo trimestre 2022, sullo stesso periodo del 2021, si è registrato un aumento del 70,3% di energia elettrica e del 105,5% del gas. I costi cumulati di energia elettrica, rispetto al 2019, sono cresciuti del 240%. Franco Giberti, Presidente Faib Confesercenti Modena: “Se per i consumatori è una stangata, lo è anche per noi in quanto non siamo noi a decidere il prezzo di vendita alla pompa, fissato invece dalle compagnie”
I prezzi di benzina e diesel continuano a salire per le quotazioni dei prodotti petroliferi in forte rialzo, con la verde che in modalità self supera 1,90 euro. In base ai dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del ministero dello Sviluppo economico, aggiornati al 31 maggio, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale a 1,914 euro/litro (valore precedente 1,902) con diversi marchi compresi tra €.1,908 e 1,932 €/litro mentre per la modalità servita il prezzo medio arriva a superare i due €/litro.
Il prezzo medio praticato del diesel “self” è arrivato fino a 1,831 euro/litro (da 1,821) con alcune compagnie che applicano un prezzo tra €.1,807 e 1,853 €/litro. Anche i prezzi praticati dagli impianti in provincia di Modena alla data del 31 maggio sono in linea con i prezzi nazionali. Aumenti dei prezzi che si continuano a registrare anche negli ultimi giorni.
La ragione principale dell’impennata dei prezzi alle stazioni di servizio sono le quotazioni del greggio in continua salita. Dopo l’altalena dei prezzi dei giorni scorsi, aperte con un’impennata dei prezzi ma chiusa poi in calo, il petrolio riprende a correre, con il Wti e il Brent in rialzo dell’1,5%, rispettivamente a 116,3 e 117,3 dollari al barile. Anche le notizie sull’embargo deciso dall’Unione Europea nei confronti del petrolio russo e la progressiva revoca delle restrizioni anti-Covid in Cina hanno contribuito a far oscillare i prezzi in aumento.
“Sui carburanti, nonostante il Governo abbia tagliato le accise di 25 centesimi, il prezzo per alcune modalità continua ad oscillare sui 2 euro litro. In un anno – commenta Franco Giberti, Presidente Faib Confesercenti Modena – i benzinai, per effetto degli aumenti, hanno perso oltre il 30% del loro esiguo margine fisso passando dal 3 al 2% ogni litro. Poco meno di 3 centesimi lordi al litro, impensabile così far pareggiare i conti e perseguire un minimo di sostenibilità. Forse è l’unica categoria al mondo che quando aumenta il prezzo di vendita ci rimette. Vorrei ricordare che sui gestori si è scaricato il taglio delle accise sui carburanti che sono state anticipate dai gestori. In pratica i gestori ci hanno rimesso la differenza in quanto hanno pagato il prodotto con l’accisa assolta, e l’hanno dovuto rivendere con un’accisa ridotta, mediamente la differenza si aggira dai 3 ai 5 mila euro per impianto.”
Il settore, secondo Faib, necessita di interventi governativi urgenti: “È grave – continua Giberti – che nessuno a livello politico se ne renda conto. In un settore strategico per la mobilità dei cittadini e delle merci, si lasciano al degrado gli asset del settore invece di valorizzarli come centri del passaggio della transizione ecologica.”
“Inoltre – aggiunge Giberti – è quantomai urgente rimettere mano al comparto, rendere obbligatorio e sanzionabile l’evasione contrattuale, finalizzare a profili professionali la gestione degli impianti, rivedere la contrattazione e rinegoziare i margini con l’industria petrolifera ed ammortizzare gli effetti del rincaro dei costi di gestione. Senza questi interventi il settore è destinato ad una ristrutturazione selvaggia, affidata all’illegalità nelle sue varie e molteplici composizioni. L’intervento del governo sulle accise, che ha ridotto la tassazione di 30,5 cent, è stato prorogato fino all’8 luglio 2022, tuttavia i prezzi hanno continuato a crescere. Non dimentichiamo che l’aumento dei prezzi fa anche aumentare il gettito dell’Iva, che a nostro avviso non deve incassare lo Stato ma deve essere utilizzato per abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo alla pompa” conclude Giberti.