Faib Roma e Lazio: avanti nella mobilitazione nazionale unitaria della Categoria. Stop alle ingiustizie, all’illegalità e la precarizzazione delle gestioni: per il diritto al lavoro autonomo, al contratto, al reddito, alla ristrutturazione della rete carburanti.
Si alla mobilitazione
La Presidenza della Faib di Roma e del Lazio, riunitasi martedi 20 dicembre 2016 per discutere i contenuti del comunicato nazionale unitario diffuso dalle Organizzazioni di Categoria, esprime piena adesione allo stato di mobilitazione nazionale unitaria promosso dal Coordinamento Nazionale e le possibili azioni di agitazione della Categoria minacciate.
La Presidenza nel condividere l’analisi sullo stato della rete distributiva e delle gestioni, in profonda crisi, ritiene che una rete depauperata, inefficiente e improduttiva, rappresenti un grave danno per il Paese e, pertanto, sente innanzitutto il dovere di difendere il ruolo e la funzione della rete e delle gestioni, che assicurano il servizio della distribuzione carburanti e l’assistenza all’automobilista, un presidio economico, sociale e della sicurezza diffuso che occupa oltre 100 mila persone.
Una grande mobilitazione nazionale Per dire stop
Per difendere e tutelare questo settore e le gestioni, la Presidenza ritiene che vada posto uno stop all’illegalità diffusa ed il contrabbando sui carburanti che alimentano la concorrenza sleale e provocano un enorme danno allo Stato;
- stop a politiche dei prezzi dei carburanti discriminatorie tra le gestioni, con listini gonfiati da un lato e prezzi sottocosto dall’altro, che determinano e amplificano una concorrenza sleale diffusa;
- stop al “caporalato” e la precarizzazione dei contratti di affidamento e fornitura in violazione delle regole;
- stop alla partecipazione delle gestioni a politiche di sconti e promozioni decise unilateralmente dai titolari degli impianti e dai fornitori;
- stop ai maggiori costi gestionali, fiscali e bancari, impropriamente e sistematicamente scaricati sulle spalle delle gestioni.
Per riaffermare i diritti
Per il diritto al lavoro, al contratto negoziato e rispetto delle regole, ad un reddito che assicuri la sopravvivenza e la dignità delle gestioni; per la trasparenza del mercato e la ristrutturazione della rete; per la legalità.
Sciopero e denunce
A fronte di queste rivendicazioni, dirette contro le Compagnie petrolifere,i titolari privati e il Governo, che deve assicurare le condizioni necessarie affinché le regole siano ribadite e rispettate, la Presidenza ritiene che la mobilitazione della Categoria possa e debba sfociare in forti azioni di protesta e scioperi nazionali di Categoria; ricorsi alla denuncia di esercizio di abuso di posizione dominante e di condizioni non eque e discriminatorie; di riappropriarsi, in difesa del proprio reddito, della libertà di determinare un prezzo di vendita, oggi di fatto “imposto”, in difesa di un giusto reddito minimo di distribuzione carburanti; di denuncia di politiche commerciali che inginocchiano le gestioni ricorrendo al superamento degli obblighi di fornitura in esclusiva quando tali pratiche dovessero essere oltremodo reiterate.