Fase 2, la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise al vertice con il Governo

Ribadita la necessità di indennizzi a fondo perduto e di stop ad acconti Ires e Irpef e suolo pubblico. Urgente istituzione fondo speciale emergenza turismo

La Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise ha partecipato oggi al vertice con il governo per la definizione della Fase Due.

All’incontro, la Presidente ha ribadito la centralità delle imprese rappresentate da Confesercenti, e che qualsiasi previsione di ripresa deve fare i conti con la necessità assoluta di evitare un nuovo lockdown: oggi la Ue prevede per l’Italia una profonda recessione, con una parziale ripresa solo nel 2021. E’ necessaria dunque un’estesa campagna di prevenzione – dai tamponi agli esami sierologici – per abbassare il rischio globale di contagi. Altrimenti, gli sforzi di ‘contenimento’ delle attività economiche saranno vani.

“L’incontro di oggi – ha detto De Luise – è solo una tappa di un percorso probabilmente lungo. Le misure vanno adottate in prospettiva di una reale ripresa dell’economia dopo il fermo delle attività. Senza ripresa, le misure andranno riviste. Le PMI del commercio, del turismo e del terziario in generale non possono riprendere l’attività senza interventi mirati di sostegno. In primo luogo, serve un piano ad hoc per il turismo: è il settore economico che ha sofferto per primo l’impatto della pandemia ed è anche quello che, con tutta probabilità, si riprenderà per ultimo. È necessario un vero ‘intervento bazooka’, per compensare i mancati ricavi, sostenere gli adeguamenti e, ancora più massicciamente, la liquidità, frenando anche le spese delle imprese, dalle utenze ai carichi fiscali e tributari. Occorre creare anche un fondo speciale d’emergenza. Serve anche un meccanismo per il recupero dei costi sostenuti nell’anno 2020 e un credito agevolato per la ripartenza. Per tutti i settori, è necessario esentare le imprese che hanno visto calare l’attività dal pagamento degli acconti IRES ed IRPEF. Da fermare anche l’occupazione suolo pubblico. Troviamo inaccettabile la previsione di responsabilità nei confronti dei datori di lavoro per un eventuale contagio dei dipendenti, che sarebbe impossibile o quasi determinare avvenuto sul luogo di lavoro. Non deve esserci alcun addebito, né civile né penale“.

“Allo stesso modo, sempre per tutti i comparti di attività, è necessario mettere in campo indennizzi a fondo perduto, per evitare eccessivi indebitamenti. Attenzione però: sono necessari interventi a zero burocrazia, altrimenti le risorse non arriveranno in tempo. Le PMI hanno bisogno di interventi anche sul fronte degli affitti: bene anche il credito d’imposta ma va esteso a tutte le tipologie catastali e anche per canoni di concessione e affittanze d’azienda. Occorre abbattere il costo del lavoro per favorire la ripresa delle attività. Il credito deve essere veramente fruibile: fino ad ora la possibilità di finanziamento agevolato è stata più virtuale che reale. Serve un piano di sostegno alle imprese di vicinato, commerciali ma non solo, per gestire l’economia della distanza. A partire da piattaforme tecnologiche mirate per prenotazioni, asporto e domicilio. Tutte le spese sostenute dalle imprese per gli adeguamenti necessari devono essere recuperabili in credito di imposta”.

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