Guide turistiche in ginocchio per il Covid, la Coordinatrice Cama: “Necessaria una legge di riordino per salvare la categoria dall’estinzione”
Le guide turistiche, tra i settori più penalizzati dal riacutizzarsi della pandemia che, di fatto, ha azzerato la loro attività, sono ancora in attesa di una risposta alla loro lettera inviata la scorsa settimana al ministro del turismo, Massimo Garavaglia, nella quale richiedevano di essere finalmente incluse nelle misure di sostegno al vaglio del governo.
«Non riusciamo a comprendere come il nostro settore non figuri nell’elenco delle attività da indennizzare a carico del Fondo per il sostegno delle attività economiche previsto dal decreto interministeriale 9 settembre 2021, e perché non sia considerato nemmeno in relazione al sostegno degli investimenti per il settore del turismo nell’ambito del Pnrr», spiega Antonella Cama, coordinatrice Federagit Confesercenti Liguria.
Nella lettera inviata a Garavaglia e ancora in attesa di risposta, le associazioni di categoria richiedevano il riconoscimento di un’indennità per le partite iva con codice Ateco 79.90.20, la decontribuzione degli oneri previdenziali e assistenziali per l’anno d’imposta 2022 ed il riconoscimento, quale “onere detraibile” pari al 19%, del valore di servizio di guida e accompagnatore turistico, oltre ad una regolamentazione dell’offerta su piattaforme online, al fine di garantire che i professionisti che vendono i loro servizi siano abilitati ed esercitino ai sensi delle norme vigenti in Italia.
«Al governo – prosegue Cama – chiediamo anche di essere coinvolti nella stesura di una necessaria legge di riordino della nostra professione, tenendo conto della situazione in cui si trovano le guide turistiche, oggi, in Italia: dall’inizio della pandemia, centinaia di colleghi hanno chiuso la loro partita Iva e cercato rifugio in altri lavori. Di questo passo il timore è che, se e quando torneremo alla normalità, molti altri professionisti saranno ormai scomparsi, lasciando il campo a guide abusive ed improvvisate a danno, in primis, della qualità dell’offerta turistica e della valorizzazione culturale del nostro paese».