Federico Tibaldo, presidente di Confesercenti Bolzano: “Dalla giunta provinciale iniziativa coraggiosa a favore del commercio di vicinato, ma bisogna fare di più”

I recenti dati resi noti dall’Istat dimostrano che i consumi non ripartono ed il commercio continua a dare segnali di sofferenza: nei primi sei mesi del 2014, secondo nostre stime, il settore nel complesso ha perduto circa 2,2 miliardi di euro di fatturato. Quali sono, dal suo punto di vista, gli interventi da mettere subito in campo per sostenere il tessuto imprenditoriale del vostro territorio?

Per quanto riguarda il commercio fisso, i pubblici esercizi, ed altre attività di servizio, è necessario promuovere la creazione di Centri Commerciali Naturali, per consentire ai negozi di vicinato di reggere la concorrenza della GDO e dei centri commerciali ‘artificiali’.  Alla nascita dovrà far seguito il sostegno, attraverso tutte le misure atte a favorire lo sviluppo di questa tipologia di distribuzione commerciale. Rispetto al commercio su area pubblica, occorre, invece, puntare sulla valorizzazione del più ‘antico’ sistema di commercio che è quello dell’ambulantato e dei mercati, attraverso la costituzione di Contratti di Rete che stiamo sperimentando proprio in Alto Adige, cercando di riportare gli acquirenti in “piazza”. Infine, per quanto riguarda la categoria degli agenti di commercio, i nostri rappresentanti devono poter raggiungere agilmente la propria clientela, in particolare nei centri storici del territorio, rimuovendo i troppi ostacoli nell’uso dell’auto, specialmente per agevolare chi deve spostare campionari pesanti e voluminosi.

 Presidente, qual è il bilancio dei saldi estivi di fine stagione a Bolzano?

Nelle zone ‘residenziali’ il risultato non è stato particolarmente positivo, dovuto al calo del potere d’acquisto del ceto medio e al fatto che, comunque, durante tutto l’anno vengono praticati sconti alla cassa per i clienti abituali o altre promozioni autorizzate. Nei centri storici la situazione si presenta migliore, poiché il maltempo ha favorito l’affluenza di turisti in città, a svantaggio delle località di montagna. Su tutti grava l’eccesso di offerta rispetto alla domanda, anche a causa dell’apertura di grandi superfici di vendita che influenzano i settori dell’abbigliamento, delle calzature e della pelletteria. La crisi del mercato interno italiano ha decimato le imprese ed affossato i consumi delle famiglie, colpendo gravemente le piccole attività commerciali. Dalla giunta provinciale di Bolzano è arrivata un’iniziativa coraggiosa e controtendenza: si volge a garantire i servizi di vicinato nelle aree che ne sono sprovviste, come periferie e zone rurali, a seguito del pagamento di un contributo una tantum, il cui scopo sarebbe incentivare l’apertura di strutture commerciali di questo tipo.

 Qual è il suo giudizio?

Si tratta di un’iniziativa senz’altro positiva, poiché in molti piccoli centri abitati sta diventando reale il rischio di rimanere senza un solo negozio. Va aggiunto, però, che l’importo stanziato per questa iniziativa è troppo esiguo. Inoltre il problema è particolarmente ‘sentito’ anche in alcune zone urbane, dove non esistono più le attività commerciali di somministrazione e di servizio.  Anche la Provincia Autonoma di Bolzano, deve fare i conti con la spending review!

Bolzano è una meta turistica prestigiosa. L’ Alto Adige coniuga le bellezze naturali montane con luoghi di attrazione ricchi d’arte, di storia e di tradizioni; ne sono esempi le città di Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico. Il turismo è un potenziale volano per la ripresa economica del nostro Paese? Quali strategie proporre, al fine di contribuire a stimolare il mercato del lavoro nel turismo?

Dobbiamo riconoscere che la Provincia Autonoma di Bolzano ha fatto molto per promuovere le bellezze naturali, storico-artistiche e l’enogastronomia dell’intero territorio provinciale, contribuendo ad elevare lo standard qualitativo degli esercizi alberghieri. E’ però necessario adeguare l’offerta globale, al fine di attirare sempre nuovi turisti dai paesi con economie emergenti e tenere conto delle nuove esigenze di una potenziale clientela che, prima di partire, vuole essere certa di trovare delle valide alternative anche in caso di maltempo. Credo sia, inoltre, necessario, formare adeguatamente il personale dipendente delle strutture ricettive rispetto alla necessità di mettere a proprio agio la clientela turistica, a partire dalla conoscenza delle lingue straniere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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