Nell’ultimo ventennio la vita dei Balneari Lucani è stata attraversata da una serie di difficoltà che sempre sono state assoggettate alle politiche “tampone” in relazione alla mancata pianificazione
La politica Lucana, dall’approvazione del piano dei lidi del 2005 in poi, ha mostrato grande disinteresse per un settore strategico per l’economia Regionale con conseguenze disastrose dal punto di vista economico per le imprese che devono accollarsi ogni anno i costi per il montaggio e lo smontaggio delle strutture e per l’ambiente costiero che, durante le stesse operazioni, è sottoposto alla cantierizzazione propedeutica alle fasi di montaggio e smontaggio danneggiando inutilmente il bene primario degli stessi concessionari.
C’è da ricordare che le nostre spiagge ricadono in aree di altissimo valore ambientale, spesso abitate da specie protette come la Tartaruga Marina e l’ormai famoso Fratino a cui la categoria dei balneari attribuisce il vero valore aggiunto delle proprie attività con l’intento di preservarle anche evitando, come spesso accade, l’ausilio dei mezzi meccanici necessari alle operazioni di smontaggio dei lidi. Altrettanto spesso, le concessioni ricadono nelle immediate adiacenze di riserve naturali o di zone protette e questo spesso mette i concessionari nella umiliante posizione di sembrare dei “terroristi ambientali” agli occhi dei numerosissimi controlli svolti dagli organi di vigilanza. È vero che negli anni si è cercato di evitare, con provvedimenti che abbiamo definito tampone, la rimozione delle opere con diverse DGR che, con motivazioni diverse (Matera 2019, Covid 19, etc), consentivano il mantenimento delle strutture in concessione, ma è pur vero che quasi sempre il mantenimento delle stesse confliggeva con i diversi piani urbanistici esponendo di fatto gli operatori turistici a denunce penali con tutto ciò che ne consegue.
Nel 2010 La Regione Basilicata adotta la Variante al Piano dei lidi che, se fosse stata approvata con tempistiche adeguate, avrebbe evitato ogni difficoltà in funzione dell’insistenza anche invernale delle strutture seppur di facile rimozione, ma la variante è caduta nell’oblio degli apparati burocratici fino a quando, essendo scaduta, avrebbe perso ogni efficacia se non per la proroga dovuta allo stato di emergenza legato al Covid19 che scade il 31 Marzo 2022. Questa situazione si trasformerebbe in un dramma per tutti perché si ritornerebbe alle regole restrittive del vecchio piano dei lidi che prevedeva, tra l’altro, insistenze molto più ridotte rispetto alle attuali che invece si sono adeguate alla variante.
È per questi motivi che negli ultimi mesi la Fiba Confesercenti Basilicata ha chiesto ed ottenuto un’interlocuzione con la Politica Lucana affinché rispolverasse l’idea di una proposta di piano prima dell’inizio della stagione balneare e che potesse contemplare tutte le norme necessarie per consentire agli Uffici Tecnici Comunali di procedere al rilascio dei titoli edilizi abilitativi evitando, così, potenziali difformità urbanistiche. Abbiamo chiesto all’Assessore alle Infrastrutture di accelerare questo iter avvalendosi dell’ormai rodata Task Force che avrebbe tutte le qualifiche interne all’apparato Regionale per redigere quanto necessario e di dare un segnale al comparto che ormai vive nell’incertezza più assoluta tenuto conto che quasi nella totalità dei casi è rappresentato da piccole imprese a gestione familiare monoreddito.
Abbiamo chiesto anche che le varie Direzioni Generali si coordinassero per un’azione condivisa per procedere speditamente verso gli obiettivi sperati. Nell’ultima riunione abbiamo ricevuto ampie rassicurazioni sulla determinazione a procedere, ora attendiamo gli atti.