I 4 metri quadri a cliente sono ‘troppi’. Lo dicono a gran voce il referente umbro e il numero uno di Confesercenti Umbria Granocchia
“Il settore Horeca rischia di morire a causa dello stringente protocollo richiesto dal Comitato tecnico scientifico, vale a dire quattro metri quadri di distanziamento tra un cliente e l’altro nei ristoranti”.
A dirlo è Giovanbattista Zangara, nuovo referente umbro della Fiepet (Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici) Confesercenti. “Aspettavamo il decreto che permettesse la riapertura delle attività commerciali, abbiamo salutato con soddisfazione la decisione dell’anticipo al 18 maggio, apprendiamo con sconcerto e scoramento le condizioni poste per la riapertura che, a questo punto, diventerebbe una vera trappola”.
“Gli stessi provvedimenti di taglio delle tasse cadranno nel vuoto – continua Zangara – di fronte all’impossibilità di riaprire. Le linee guida dell’Inail devono essere chiare, senza possibilità di interpretazione. La distanza dei 2 metri fra un tavolo e l’altro riteniamo sia già una dura ma utile condizione sia per la tutela del cliente, dei lavoratori del settore, per il nostro lavoro. Sappiamo che con la riapertura si apre un processo che non sarà né facile né breve, che sta già richiedendo investimenti notevoli in un periodo privo di incassi, insostenibile l’idea di protocolli non chiari che ci permettano di lavorare nel pieno rispetto delle indicazioni governative. Per questo lo strumento dei protocolli è essenziale. Il gusto del tornare ad uscire, di mangiare fuori deve tornare ad essere un piacere e non una punizione ed è chiaro che noi siamo i primi a voler garantire la massima sicurezza sanitaria per i nostri clienti. Ma altra cosa è mettere parametri che non permettono la riapertura”.
Dello stesso parere è Giuliano Granocchia, presidente regionale di Confesercenti Umbria: “Insostenibile sarà il rapporto costi/ricavi che produrrà la decisione del comitato tecnico per quasi tutti gli esercizi con effetti devastanti sui livelli occupazionali di tutta la filiera. Effetti ancora più amplificati con la conseguente desertificazione delle attività nei centri storici dove in questi anni, grazie a investimenti di tanti esercenti e famiglie, sono state rianimate vie e piazze, grazie alla moltiplicazione dell’offerta di ristoranti, pizzerie, locali tipici. Non ci vuole un progettista di CAD laureato in ingegneria per capire che gran parte di questi non potrà rispettare tali indicazioni e sarà quindi costretto a chiudere. Siamo di fronte a un effetto domino senza precedenti se questa decisione non sarà rivista. Quindi per questo lanciamo il nostro appello alla politica”.
Zangaro e Granocchia rivolgono un accorato appello alle istituzioni: “Se qualcuno pensa che un parametro come questo sia applicabile a gran parte delle attività, evidentemente vive su un pianeta diverso dalla Terra perché 4 metri quadri sono una misura assolutamente ‘sparametrata’ e quindi neanche minimamente applicabile per gran parte delle attività”.