Sulla questione delle uova interessate da eventuali contaminazioni da Fipronil pubblichiamo il Comunicato del Ministero della Salute e il parere del Prof. Agostino Macrì, membro del Gruppo di Lavoro sulla Sicurezza Alimentare di Fiesa Confesercenti. Fiesa esprime fiducia nel lavoro delle Autorità Sanitarie.
Comunicato Stampa Ministero della Salute
“Il Ministero della Salute, in collaborazione con le Autorità Sanitarie Regionali e il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha proseguito nella scorsa settimana un’intensa attività di monitoraggio su uova, prodotti derivati e alimenti che li contengono, sia di provenienza estera che nazionale, per la ricerca di eventuali contaminazioni da Fipronil. Alla data odierna sono stati effettuati:
- 42 campionamenti conoscitivi dai NAS su prodotti trasformati contenenti uova o derivati, prelevati nei negozi e supermercati su disposizione del Ministero del 14/8
- 181 campionamenti dalle Regioni, nell’ambito del Piano di ricerca su pollame, uova, derivati disposto dal Ministero il giorno 11/8
- 60 campionamenti dagli Uffici periferici del Ministero della Salute per gli adempimenti comunitari (UVAC), per merci provenienti dai Paesi interessati dall’allerta
Sono stati inoltre gestiti, con segnalazioni alle Autorità territoriali e attività di rintraccio, i sei messaggi sul sistema di allerta comunitario RASFF che riguardavano anche l’Italia.
Per quanto riguarda l’attività analitica, ad oggi gli Istituti Zooprofilattici hanno completato le analisi su 114 dei campioni pervenuti. Sono state rilevate due positività con conseguente segnalazione alle Regioni e ASL competenti territorialmente per ulteriori accertamenti sulla fonte di contaminazione e l’adozione, in esito ad essi, di eventuali provvedimenti restrittivi.
L’attività delle Autorità Sanitarie centrali e periferiche prosegue, anche alla luce di quanto concordato nel corso di una riunione di verifica e coordinamento con le Autorità regionali e i Carabinieri NAS in corso questa mattina presso il Ministero.”
Il parere del Prof. Agostino Macri
Gli allarmismi alimentari generalmente, come le meteore e le stelle cadenti, hanno una vita breve e dopo qualche settimana nessuno più li ricorda.
Questo sembra essere il caso dei residui dell’insetticida Fibronil ritrovato nelle uova prodotte in alcuni allevamenti olandesi.
Pochi hanno cercato di capire (e di spiegare) per quale motivo le uova sono risultate contaminate e quali reali pericoli ci sono per i cittadini consumatori.
Cause
Il problema nasce dal fatto che esistono diversi ectoparassiti in grado di “infestare” i polli e tra questi la “pulce rossa”.
Per la cura della maggior parte delle malattie degli animali produttori di alimenti per l’uomo, esistono dei farmaci “autorizzati”. Tale autorizzazione può essere concessa soltanto se per ogni specifico prodotto l’Agenzia Europea per il Farmaco (EMA) ha in precedenza definito un Limite Massimo di Residui (MRL) (Regolamento UE 37/2010 del 22.12.2009).
Nel caso delle ectoparassitosi delle galline ovaiole non esistono farmaci per cui sono stati definiti degli MRL e quindi non esiste la possibilità di una cura “legale”.
Di norma le galline ovaiole vivono per circa due anni e se si ammalano producono molto meno. Alla comparsa di una malattia “incurabile legalmente”, l’allevatore ha due possibilità: la prima (legale) è quella di eliminare tutte le galline e ricominciare con animali nuovi. La seconda (illegale), che è stata praticata da alcuni allevatori del Nord Europa, è quella di tentare una terapia con farmaci non registrati.
Ogni singolo allevamento è costituito da decine di migliaia di galline e le malattie non possono essere curate con trattamenti individuali. Nel caso delle “ectoparassitosi” è necessario procedere a una bonifica “ambientale” cercando di andare a colpire i parassiti annidati in ogni dove. Si deve ragionevolmente ritenere che il Fibronil (usato illegalmente) si sia disperso anche nelle “lettiere” dove le galline allevate a terra, hanno la possibilità di razzolare e di mangiare qualsiasi cosa di commestibile capita alla loro portata; questa potrebbe essere stata la via di introduzione dell’insetticida che poi ha raggiunto le uova.
Sicurezza per i consumatori
Un problema completamente differente, e che interessa i cittadini, è se queste uova “illegali” possono creare danni alla salute. Bisogna ricordare che il Fipronil si può utilizzare legalmente nella produzione dei vegetali e che esistono degli MRL per i residui di questi alimenti. L’Agenzia Alimentare tedesca, estrapolando gli MRL dei vegetali alle uova, ha concluso che mangiando anche sette uova al giorno contaminate una persona adulta non corre nessun rischio.
Conclusioni
Purtroppo l’uso illegale dei farmaci veterinari negli allevamenti non è una novità e almeno nel passato, ha interessato anche i nostri allevamenti. Nel caso del Fipronil non sembra che ci siano stati pericoli gravi per i cittadini; questo però non significa che ci si debba “passare sopra”. Anzi deve esserci una azione sanzionatoria molto severa che possa servire come monito ad altre forme di utilizzazioni illegali di farmaci veterinari.
Le regole ci sono e bisogna rispettarle. I cittadini debbono avere la certezza che gli alimenti siano prodotti nella massima trasparenza e legalità indipendentemente dal Paese di origine o dal sistema di produzione. La sicurezza è un prerequisito irrinunciabile e su questo punto occorre essere molto vigili ed esigenti sia per alimenti convenzionali, sia per quelli “speciali” (biologici, km zero, tipici, ecc.).
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