I 28 capoluoghi ‘contrari’ sono soprattutto al Nord (15), 8 al Sud e nelle Isole, 5 al Centro
I Comuni si dividono sull’opportunità di ‘rottamare’ le cartelle per non far pagare ai cittadini sanzioni e interessi di mora. Per quelli che si avvalgono di Equitalia la rottamazione è di default, per gli altri, che avevano già individuato metodi diversi per la riscossione coattiva dando l’addio ad Equitalia, era prevista la possibilità di aderire attraverso l’approvazione, entro l’1 febbraio scorso, di una delibera del consiglio comunale.
Da una prima rilevazione condotta dagli uffici Anci-Ifel, i Comuni capoluoghi di provincia si spaccano a metà con una leggerissima prevalenza di quelli che hanno deciso di non aderire alla definizione agevolata. Alla rilevazione hanno risposto al momento 89 Comuni capoluogo di provincia. Di questi 35 non sono toccati dall’operazione perché, aderendo ad Equitalia, la rottamazione delle cartelle è per loro già prevista dalla manovra.
Riguardo ai restanti 54 capoluoghi al centro dell’indagine 28 non hanno aderito alla definizione agevolata, 26 invece hanno detto ‘sì’ alla rottamazione. I 28 capoluoghi ‘contrari’ sono soprattutto al Nord (15), 8 al Sud e nelle Isole, 5 al Centro. I 26 Comuni che hanno aderito sono: 13 al Nord, 8 al Sud e nelle Isole, 5 al Centro.
C’è chi lo ha fatto per scelta, ritenendo “non fosse giusto dare questa opportunità rispetto ai cittadini che invece hanno pagato” ma anche chi, essendo uscito da poco da Equitalia, “non ha maturato un insoluto importante” e dunque non ha molte ingiunzioni su cui incidere.
Anci ha chiesto il rinvio della scadenza per decidere o meno se aderire.
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