Spesso è prodotto all’estero, ma non sempre questo è chiaro per chi lo acquista
Fiesa-Assopanificatori Confesercenti chiede maggiore chiarezza sulla vendita del pane precotto, spesso importato dall’estero e commercializzato senza che i consumatori abbiano sufficiente chiarezza sulla sua provenienza.
“Proporremo al Governo di lavorare su questo – dice – per trovare, insieme, una soluzione anche in previsione della possibilità, che potrebbe essere introdotta con il DDL Semplificazioni, di venderlo senza confezione”.
Non è sufficiente per Fiesa-Assopanificatori che esso venga posto in comparti separati dal pane fresco, specificandone la natura. “Accanto alla natura – sottolinea – andrebbe, infatti, indicato il luogo di provenienza delle materie prime ed il luogo di produzione”.
“Questo Governo sta lavorando molto in tutela del Made in Italy – prosegue Fiesa-Assopanificatori Confesercenti. Proprio per questo siamo certi accoglierà le nostre istanze, in difesa della produzione artigiana di pane, già provata dalla politica dei prezzi della GDO, e dei consumatori, che così non avranno difficoltà a distinguere il pane fresco italiano da quello parzialmente cotto di importazione”.
“Tutelare il prodotto Made in Italy – conclude Fiesa-Assopanificatori Confesercenti – è il miglior modo per salvaguardare la produzione artigiana. Da anni, attendiamo una legge di regolamentazione per la vendita di pane fresco italiano. Forse da questa collaborazione potremmo arrivare presto ad una legge a garanzia di quest’eccellenza del Made in Italy”.