L’Associazione ribadisce la necessità di procedere ad una vera propria riforma del settore
Si è chiuso un anno drammatico per gli esercenti sul fronte dei buoni pasto, con il fallimento di Qui!Group e con le speranze di recuperare, forse, una minima parte dei costi dei pasti offerti, e già l’inizio dell’anno si annuncia carico di problematiche per il settore.
Con l’occasione dell’introduzione della fatturazione elettronica i ritardi nell’emissione della fattura imputabili al server dell’Agenzia delle Entrate si vanno a ripercuotere ovviamente sull’ultimo anello della catena, ovvero l’esercente che si vede accreditare la somma dovuta dalle società emettitrici con giorni di ritardo, soprattutto se ha scelto per ragioni di necessità un pagamento veloce. In moltissimi casi, nonostante il pagamento del servizio per poter ottenere il pagamento in 48 ore bisogna attendere i 4-5 giorni dell’elaborazione del documento da parte dell’Agenzia, seppure siano le stesse società a fornire il sistema di fatturazione dal pos da loro fornito. Ma questo è solo uno dei problemi a cui devono far fronte gli esercenti in questo avvio d’anno.
“Abbiamo riscontrato che le società emettitrici si sono mosse con forte ritardo, mancano ad esempio istruzioni per la gestione dei buoni pasto che ancora sono in circolazione in formato cartaceo” dichiara Matteo Zedda, vicepresidente Fiepet Confesercenti Genova “mentre in alcuni casi, abbiamo assistito ad un vero e proprio blocco dei pagamenti in attesa di ricevere la documentazione per poter gestire il passaggio al nuovo sistema, a tutto danno di coloro che – come sempre – hanno garantito i pasti ai possessori dell’ormai poco amato buono. ”
“Crediamo che questa sia l’ennesima prova di un sistema vessatorio che sta spingendo molti esercenti ad uscire dal circuito, e che costringe coloro che non riescono ad abbandonarlo a condizioni capestro che rischiano in qualche caso di compromettere il buon andamento aziendale” prosegue Paolo Barbieri Vice-direttore Confesercenti Prov. di Genova ”Ribadiamo pertanto la necessità di procedere ad una vera e propria riforma del settore che assomiglia sempre più ad un far west, introducendo tetti massimi di sconto per gli esercenti, penali nel caso di ritardo dei pagamenti e la certificazione della rete in sede di gara, così da rendere questo strumento un’occasione di sviluppo per la categoria e non un problema da cui, se possibile, tenersi distanti”.