I grandi flussi e le “vetrine interrotte” al centro delle Aperidee: premesse di collaborazione tra Università, Siena e Firenze
Conciliare i flussi turistici, tornati copiosi dopo la pandemia, con le esigenze di chi ne resta ai margini o li vive di riflesso; e con l’obiettivo di non bruciarli, nel lungo periodo. Intento strategico quanto complesso: così è apparso ieri sera durante Aperidee, il ciclo di incontri promosso da Confesercenti Siena, alla sua prima tappa della seconda serie. “Vetrine interrotte – Negozi e centri (dis)abitati” era il titolo-tema di partenza, e gli assaggi di futuro al bar Alla Speranza in piazza del Campo hanno preso le mosse dal caso del centro di Firenze, che oggi ha un potenziale di locazioni brevi da 140mila posti letto a fronte di 100mila residenti, secondo i dati raccolti dal Dispoc (Dipartimento Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell’Università di Siena). “Un’area di appena 2 km quadrati ne offre il 70 per cento – ha notato il ricercatore Antonello Romano – e gli algoritmi di piattaforme come Airbnb aumentano esponenzialmente il fenomeno”. “Prendiamo via Condotta, a pochi passi dalla Signoria – ha raccontato Santino Cannamela, Presidente Confesercenti Città di Firenze e ristoratore – è diventata specchio dell’invasione turistica dopo che il tribunale e altre funzioni sono state spostate altrove. E a quel punto, l’offerta ha seguito la domanda”.
Così “Rilocalizzare servizi ad uso dei residenti potrebbe essere una tendenza da perseguire per il futuro, per quanto complessa” secondo Carlo Francini, Site manager centro storico patrimonio Unesco del Comune di Firenze, per il quale servirà anche “una narrazione di tipo diverso dei nostri luoghi nel mondo. Firenze si identifica soprattutto con gli Uffizi, e molto poco con zone tipo via San Gallo che invece avrebbero molto da raccontare. Su questo c’è un progetto avviato”. Spalmare i flussi dunque, non solo nelle stagioni ma anche negli spazi: oltre la Y storica del centro di Siena, in particolare. “Nelle vie limitrofe le presenze sono molto più rarefatte – testimonia Francesca Saglimbeni, erborista in via delle Terme – così spariscono anche negozi di prima necessità, e cresce l’insoddisfazione dei residenti. Alla lunga la città ne risente, bisogna fare qualcosa”. Fare presuppone analizzare, secondo l’Assessore al Turismo, Commercio e Attività Produttive, Sito UNESCO, Rapporti con l’Università del Comune di Siena Vanna Giunti: “credo ci siano margini per favorire un’offerta più qualificata, non solo di posti letto: meno franchising, più negozi e situazioni che stimolino le persone a spendere il tempo dentro le mura, con meno fretta. Ci serve un po’ riflettere, e magari fare rete per ripensare il centro storico”. A questo guarda anche Cristina Capineri, Direttore del Dispoc: “dietro ai grandi flussi ci sono soggetti che dispongono di grandi dati. Un approccio scientifico per l’analisi può servire”.
Sul finire di Aperidee spazio ad alcune domande del pubblico, tra cui anche Leonardo Nannizzi, Presidente di Confesercenti Siena (“diamo valore anche alle osservazioni critiche, se costruttive, perché da quelle si può migliorare”) e il Sindaco di Siena, Nicoletta Fabio: “siamo all’inizio di un percorso lungo, ci serviranno idee, chi avrà da proporne sarà benvenuto”. Corredato dagli assaggi food and drink serviti dalla Speranza in stile Vetrina Toscana, l’appuntamento Aperidee del 12 luglio sarà seguito da altri quattro tra settembre e dicembre: dettagli su bit.ly/aperidee23 o sul sito di Confesercenti Siena.