Come mostrano i dati pubblicati lo scorso 5 gennaio ed elaborati da InfoCamere per l’Osservatorio sull’imprenditorialità femminile di Unioncamere, le imprenditrici rappresentano il 13,6% del totale delle start up, una quota analoga a quella registrata due anni prima (13,5%). Sono 2mila le start up innovative femminili registrate a fine settembre 2022, 572 in più rispetto allo stesso periodo del 2019, più del +40% in questo biennio.
“Questo dato positivo conferma l’impegno delle donne imprenditrici nell’essere aggiornate e nel costruire percorsi imprenditoriali all’insegna dell’innovazione su tutti i campi, infatti, non è irrilevante la presenza di imprenditrici in attività di alto contenuto tecnologico – dichiara Barbara Quaresmini, Presidente Impresa Donna Confesercenti – Ci auguriamo che l’incremento delle start up innovative vada in aumento così come l’interesse delle donne nel mondo delle imprese per favorire il consolidamento dell’imprenditoria femminile nel nostro Paese. Dopo un periodo post pandemico le imprenditrici hanno confermato la volontà di voler crescere, di formarsi, dimostrando di avere coraggio e una visone positiva del futuro”.
Dai dati pubblicati da Unioncamere e presenti nel comunicato stampa, a fine settembre 2022, le imprese femminili sono più di 1 milione 342mila e rappresentano il 22,18% dell’imprenditoria italiana. Tra i settori a maggior tasso di femminilizzazione le Altre attività dei servizi (in cui le imprese femminili sono oltre la metà), la Sanità e assistenza sociale (37,21%), l’Istruzione (30,92%), le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (29,21%), l’agricoltura (28,13%) e il Noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (26,54%).