E da aprile al via il recupero della quota di perequazione 2015, sarà pari allo 0,1% degli assegni
I trattamenti pensionistici quest’anno non avranno nessun aumento così come accaduto nel 2016 mentre scatterà il recupero della quota di perequazione data nel 2015 e poi risultata in eccesso rispetto all’inflazione che si è effettivamente registrata. L’Inps con una circolare spiega che anche quest’anno gli assegni resteranno al palo a causa dei prezzi fermi e ricorda che per gli assegni più alti non ci sarà più il contributo di solidarietà previsto dalla legge di stabilità fino a fine 2016 sulle pensioni superiori a 14 volte il minimo. Il recupero sui pensionati sarà pari allo 0,1% degli assegni e scatterà ad aprile. Sono previste quattro rate.
“Il recupero del differenziale negativo pari allo 0,1%, relativamente ai ratei corrisposti nel 2015 – scrive l’Inps – viene effettuato in massimo 4 rate, dalla mensilità di aprile 2017, con il limite minimo di 1 euro per ciascuna rata. Gli importi inferiori a 1 euro vengono recuperati in unica soluzione. Il recupero era stato bloccato nel 2016 e rinviato al 2017. Il decreto del Ministero dell’Economiadi fine anno scorso – spiega l’Inps – fissa nello “0,0% l’aumento di perequazione automatica da attribuire alle pensioni, in via definitiva, per il 2016. I valori provvisori dell’anno 2017 – spiega ancora l’Inps – sono identici a quelli definitivi dell’anno 2016. Le pensioni sono state quindi poste in pagamento nello stesso importo di dicembre 2016”.
Il trattamento minimo di pensione per i lavoratori dipendenti e autonomi (preso a base anche per l’individuazione dei limiti di riconoscimento delle prestazioni collegate al reddito) è a 501,89 euro al mese con un importo annuo di 6.524,57 euro. Gli indici di rivalutazione definitivi per il 2016 e provvisori per il 2017 si applicano anche alle prestazioni a carattere assistenziale. Per il 2017 l’importo mensile della pensione sociale (quella erogata agli over 65 in difficoltà) resta a 369,26 euro con un limite di reddito annuo personale di 4.800,38 euro e familiare di 16.539,86 euro. Per l’assegno sociale (che ha sostituito dal 1996 la pensione sociale) l’importo è a 448,07 euro al mese con un limite di reddito personale di 5.824,91 euro (11.649,82 il tetto di reddito familiare).
Il presidente dell’Inps, Tito Boeri si è detto preoccupato per l’aumento della quota delle famiglie in povertà assoluta e ha sottolineato che la condizione di bisogno è cresciuta soprattutto tra gli under 65. Boeri ha spiegato che l’estensione a tutto il Paese della sperimentazione della nuova carta acquisti (Sia) ha lasciato fuori molte persone in stato di bisogno (il tasso di accoglimento, al netto delle domande sospese, è stato del 29%) e ha sottolineato che il riordino delle prestazioni assistenziali dovrebbe riguardare anche quelle ora in pagamento e non solo i nuovi trattamenti per evitare una fase di transizione troppo lunga. Il riordino delle prestazioni assistenziali, anche quelle “oggi in pagamento” – ha spiegato Boeri – è la “premessa per evitare di operare scelte alquanto discutibili fra poveri di serie A e di serie B”, visti “i vicoli di bilancio”.