Migliorano i giudizi sulla situazione economica del Paese. Confesercenti: ancora incertezza per le imprese, pesano mutamenti scenario domanda internazionale
Ad agosto l’indice del clima di fiducia dei consumatori fa un balzo in avanti passando a 109,0 da 106,7 del mese precedente. Tuttavia, l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane scende lievemente, passando a 103,7 da 104,3 di luglio. Entrambi gli indici permangono ai livelli massimi osservati negli ultimi due anni. E’ quanto rileva l’Istat nell’indagine congiunturale. In particolare, spiega l’Istat in una nota, tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori aumentano, in misura maggiore proprio quella economica (a 132,3 da 128,2) e in misura più ridotta le altre: quella personale a 101,4 da 99,5, quella corrente a 104,0 da 101,7 e quella futura a 117,4 da 114,7. Inoltre migliorano sia i giudizi sia le attese dei consumatori sull’attuale situazione economica del Paese. Gli intervistati giudicano in crescita i prezzi nei 12 mesi passati e anche per i prossimi 12 mesi (a -14 da -17 e a -14 da -22, i saldi). Diminuiscono lievemente le attese di disoccupazione (a 27 da 28).
Riguardo le imprese, rileva dunque l’Istat, il clima di fiducia sale in quelle del commercio al dettaglio (a 107,5 da 106,9) e delle costruzioni (a 119,5 da 117,6). Diminuisce nelle imprese manifatturiere (a 102,5 da 103,5) e, lievemente, in quelle dei servizi di mercato (a 109,7 da 109,9). Nelle imprese manifatturiere peggiorano i giudizi sugli ordini (a -15 da -12 il saldo), rimangono stabili le attese sulla produzione (a 11) e i giudizi sulle scorte (a 3). Nelle costruzioni migliorano lievemente sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione sia le attese sull’occupazione (a -32 da -34 e a -10 da -11, i rispettivi saldi). Nelle imprese dei servizi peggiorano sia i giudizi che le attese sugli ordini ma migliorano le attese sull’andamento generale dell’economia (a 19 da 12). Nel commercio al dettaglio migliorano le attese sulle vendite future (a 28 da 22 il saldo), mentre peggiorano i giudizi sulle vendite correnti (a 14 da 16) e in accumulo sono giudicate le giacenze di magazzino (a 12 da 10).
Ufficio Economico Confesercenti: ancora incertezza per le imprese, pesa mutamento scenario domanda internazionale
Sulle imprese italiane pesa ancora un clima di incertezza: i segnali che arrivano dai mercati – soprattutto da quelli esteri – sono confusi, e non permettono di definire uno scenario chiaro e sicuro di ripresa.
Così l’Ufficio Economico Confesercenti sull’indice di fiducia delle imprese e dei consumatori diffuso oggi dall’Istat.
Il mutamento dello scenario della domanda internazionale, che appare meno positivo rispetto all’inizio dell’anno, influenza soprattutto l’industria manifatturiera, ed in particolare quella di beni intermedi e strumentali, più legata alle esportazioni. E’ proprio in questi settori che si osserva infatti il peggioramento più consistente del clima di fiducia, soprattutto relativamente ai giudizi sugli ordini futuri.
Sul fronte interno si coglie invece qualche segnale di ripartenza: oltre al balzo della fiducia dei consumatori, si assiste al miglioramento del clima anche per le imprese del commercio al dettaglio, che vedono crescere le attese sulle vendite future, ma pure del turismo e delle costruzioni. A trainare il miglioramento è il lento ritorno in territorio positivo dei consumi, dovuto al graduale recupero del potere d’acquisto delle famiglie in un momento di bassa inflazione, e che finora ha dato il principale contributo alla ripresa del Pil italiano nel 2015.