Istat: arriva l’indice che misura il sentiment sull’economia secondo Twitter

Dalla prima rilevazione emerge un mood negativo


L’Istat ha coniato un nuovo indice, dal nome anglosassone: il ‘Social Mood on Economy Index’. Una statistica sperimentale che misura il “sentiment italiano sull’economia, basato sulle interazioni via Twitter”.

Il Social Mood on Economy Index fornisce infatti misure giornaliere del sentiment sull’economia, derivate da campioni di tweet pubblici in lingua italiana e che contengano almeno una parola appartenente ad un insieme filtro predisposto da esperti di dominio. La maggior parte di queste parole chiave sono mutuate dal questionario su cui si basa il sondaggio sulla fiducia dei consumatori, ma esiste una sovrapposizione solo parziale dei risultati.

“Milioni di italiani – spiega l’Istituto – usano quotidianamente i social media per informarsi, esprimere il proprio stato d’animo, condividere le proprie opinioni e dibattere gli argomenti più disparati. Ciò configura i social media come uno degli strumenti più promettenti per “misurare” lo stato d’animo degli italiani e fornisce una solida motivazione per la sperimentazione di tecniche di sentiment analysis”.

Negli ultimi anni l’Istat ha studiato se i messaggi pubblici in lingua italiana disponibili sui social media possano essere sfruttati con successo per sviluppare indici di sentiment specifici, cioè strumenti statistici in grado di valutare lo stato d’animo degli italiani su argomenti o aspetti della vita ben definiti, come ad esempio la situazione economica. A tale scopo sono state sviluppate procedure che selezionano ed elaborano unicamente messaggi il cui testo contenga almeno una parola appartenente ad un determinato filtro, vale a dire ad uno specifico insieme di parole chiave rilevanti.

Il periodo di osservazione attualmente coperto dall’indice è compreso tra il 10 febbraio 2016 ed il 31 dicembre 2018. La media di tweet analizzati giornalmente risulta pari a 50 mila circa.

Dal primo aggiornamento si evince come, al netto delle oscillazioni, il grafico registri l’avanzata di un mood negativo, che si evidenzia in particolare nell’ultima parte dell’anno, confermando quanto emerso dalle statistiche ufficiali dell’Istituto. “La componente di trend – spiega l’Istat – mostra un andamento decrescente fino a ottobre 2017, mantenendo poi un andamento stazionario fino a aprile 2018. Nel corso del 2018, l’indice ha in seguito registrato un andamento discordante: alla frenata segnata nel mese di maggio è seguito un andamento crescente fino a settembre. Nei mesi successivi, nonostante una breve risalita in corrispondenza della prima metà di novembre, l’indice ha registrato nuovamente una brusca frenata ad inizio dicembre, mese in cui si è stabilizzato su un livello negativo”.

Stesso discorso, se si guarda alle medie mensili: “la serie destagionalizzata mostra un trend negativo nella prima parte del periodo fino a settembre 2017 dopo aver registrato un picco positivo a settembre 2016. La serie assume un profilo più altalenante nel corso del 2018 con una maggiore stabilità fino a maggio. Dopo i miglioramenti registrati a novembre, l’indice destagionalizzato diminuisce nell’ultimo mese”.

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