Aumenti Iva e accise autogol per l’erario: 8,47 miliardi di imposte indirette in meno rispetto a previsioni.
“La politica economica perseguita finora non è riuscita a riportarci sul sentiero della crescita, anche per colpa di una pressione fiscale che ha soffocato imprese e consumi delle famiglie, zavorrando la ripresa del mercato interno e del tessuto produttivo e causando un danno persino all’erario”.
Così Confesercenti commenta i dati sui conti nazionali diffusi oggi dall’Istat.
“Dai numeri dell’Istituto di statistica arriva una doppia amara conferma: in primo luogo che il 2013 è stato l’ennesimo anno di crisi piena, con un calo di Pil e consumi peggiore del previsto; ma anche che l’aumento delle imposte sui consumi (come IVA e Accise su carburanti e tabacchi), in un periodo di recessione, sono una cattiva strategia persino per l’erario. Secondo le previsioni contenute nel Def, infatti, gli aumenti di Iva e Accise avrebbero dovuto portare ad un incremento dello 0,7% del gettito da imposte indirette, che invece si è chiuso con un passivo del -3,6%. Un crollo dovuto alla cancellazione dell’Imu, ma anche da una diminuzione dei consumi che il fisco ha contribuito ad aggravare. In totale, secondo i nostri calcoli, c’è un ‘mancato introito’ di 8,47 miliardi rispetto alle previsioni di gettito da imposte indirette, che auspichiamo nessuno si illuda di recuperare con nuovi prelievi”.
“L’anno si chiude dunque lasciandoci un’eredità pesante, che nel 2014 metterà il Paese di fronte a una scelta obbligata: cambiare urgentemente politica fiscale, abbassando la pretesa dello Stato su imprese e famiglie, a partire dal costo del lavoro. Solo così infatti, riusciremo a far ‘uscire dalla palude’, finalmente, la nostra economia”.
Roma 3 marzo 2014