Dall’economia giungono segnali incoraggianti: la frenata dell’inflazione insieme all’aumento dell’occupazione registrati da Istat, sono indispensabili per il consolidamento del recupero del potere d’acquisto delle famiglie, fortemente indebolito dopo due anni di impennata dei prezzi. In un quadro di complessiva riduzione dell’inflazione nell’Eurozona, l’auspicio è che la politica monetaria della BCE ora si incammini verso un più significativo taglio dei tassi di interesse, che potrebbe rappresentare lo start per una decisa e convinta ripresa dei consumi e del mercato interno.
Così Confesercenti in una nota.
Il superamento della crisi energetica rappresenta, infatti, per il nostro Paese e per l’area euro il principale dato acquisito. Il processo di discesa dell’inflazione ormai consolidato da un lato e l’aumento del numero di lavoratori registrato nell’ultimo anno – anche se colpisce il dato del calo del lavoro a tempo determinato, probabilmente frutto di una stagione turistica sottotono – insieme ai rinnovi di alcuni importanti contratti nazionali tra cui quello del terziario dall’altro, possono creare gradualmente le condizioni per maturare aspettative più ottimistiche per le famiglie.
Anche se i dati sul clima di fiducia dei consumatori diffusi oggi – che registrano una flessione di quasi 3 punti ad agosto dopo tre mesi di crescita – evidenziano come le famiglie facciano ancora fatica a vivere la fase attuale e prossima in modo chiaramente positivo: questo rallenta il cambiamento rispetto alle intenzioni di spesa, per cui il rafforzamento dei consumi potrebbe richiedere tempi ancora lunghi. Per questo è indispensabile, in questa direzione, un più chiaro sostegno da parte della BCE sul fronte dell’allentamento della stretta monetaria, fondamentale per irrobustire la fiducia delle famiglie e delle imprese.