Bellini, presidente nazionale ANAMA: il dato ci fa sperare, dopo anni di crisi profonda.
L’aumento tendenziale della produzione nelle costruzioni a settembre è il primo da oltre quattro anni e mezzo. L’Istat spiega che per tornare a un altro valore positivo bisogna tornare a febbraio 2011. Si tratta comunque di dati preliminari in un contesto in cui il settore, nei primi nove mesi dell’anno, ha visto la produzione diminuire del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Secondo i dati dell’Istituto: “a mese di settembre 2015 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni ha registrato, rispetto al mese precedente, una riduzione dello 0,3%. Nella media del trimestre luglio-settembre 2015 l’indice è diminuito dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice corretto per gli effetti di calendario a settembre 2015 è aumentato in termini tendenziali dello 0,4% (i giorni lavorativi sono stati 22 come a settembre 2014). Nella media dei primi nove mesi dell’anno si rileva una diminuzione del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A settembre 2015 l’indice grezzo ha segnato un aumento tendenziale dello 0,4% rispetto allo stesso mese del 2014. Nella media del periodo gennaio-settembre 2015 si registra una caduta dell’1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
“Il dato positivo su base tendenziale fornito dall’Istat – dice Paolo Bellini, presidente nazionale ANAMA – ci lascia sperare di essere al giro di boa dopo anni di crisi profonda. C’è una maggiore attenzione del cliente acquirente che sta tornando, seppure in punta di piedi, a guardare il mercato con attenzione. La ripresa delle vendite c’è, ma è limitata alle grandi città, la provincia è ancora al palo”.
Bellini è cauto sui mutui: “si tratta di surroghe per un 70/75% del totale. Va detto che gli Istituti bancari difficilmente erogano il 100% del valore dell’immobile e quindi magari a mancare all’acquirente è proprio la parte d’anticipo a suo carico”.
Sui prezzi del mattone il Presidente ANAMA conferma che “si sono ridimensionati, tornando a valori più reali ed accessibli. Nonostante ciò la corsa all’acquisto non c’è e questo indica che la crisi che ha colpito il settore è stata molto forte. A contribuire, poi, ad uno scoraggiamento degli investimenti nel mattone è anche il peso fiscale, elevato per le seconde case”.
A tal proposito Bellini lancia una proposta: “per far riprendere gli investimenti sarebbe interessante ipotizzare una detassazione delle seconde case, magari attraverso dei plafond che tengano conto del valore di mercato del luogo in cui gli immobili vengono acquistati. In questo modo il mattone potrebbe tornare ad essere un sicuro investimento, come lo è stato sino all’inizio degli anni duemila, con una conseguente ripresa del settore e di tutto l’indotto”.