Iva, Baretta: “nelle prossime ore decideremo le priorità”

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Dopo il monito di Rehn, perplessità sulla cancellazione dell’aumento dell’aliquota

Le risorse che il governo ha a disposizione per i prossimi 2-3 mesi “presentano un percorso impegnativo perché oltre all’Iva c’è anche l’Imu e gli ammortizzatori sociali quindi nelle prossime ore dovremo fare una valutazione complessiva e decidere quali siano le priorità”. Lo ha sottolineato il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta ai microfoni del Gr1 rispondendo alla domanda se sia inevitabile dal 2014 l’aumento dell’Iva. Infine su un possibile rialzo delle accise ha proseguito: “Francamente mi pare che non sia il caso di intervenire con interventi come quelli sulla benzina, ho sentito polemiche che mi sembrano pretestuose. Faremo di tutto per evitare interventi che peggiorino la condizione dei cittadini”.

Meno tasse sul lavoro, piu’ soldi in busta paga e aumento dell’Iva “e’ un’opzione valida, finalizzata a ridurre il peso fiscale sul lavoro: per me e’ una strada che puo’ facilitare la ripresa e farci uscire dall’angolo. Del resto, so bene che non si puo’ bloccare l’aumento dell’Iva all’infinito perche’ e’ gia’ previsto, ci sono soldi gia’ spesi. Quindi e’ difficile cambiare adesso le carte in tavola. Naturalmente possiamo pensare ancora di farlo: ma il quadro dev’essere certo”, ha affermato inoltre al Mattino il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta.  “Io penso, al contrario di Brunetta – aggiunge – che non si puo’ tenere tutto. Bisogna dire agli italiani che stiamo facendo un grande sforzo e dobbiamo evitare di scivolare proprio adesso. Penso ad esempio all’emergenza dei giovani disoccupati, piaga soprattutto del Sud: la riduzione del cuneo fiscale, alla quale si sta lavorando, mira proprio a favorire il lavoro tra i giovani e a stabilizzare i contratti. E con risorse nazionali, non solo quelle europee”.

Rehn: spostare le imposte dalle persone alle cose

A Roma per un giro d’incontri e un’audizione alla commissione Bilancio della Camera, Rehn ha chiesto chiarezza sulle scelte in tema di fisco. Il governo Letta da mesi ha lavorato al taglio delle imposte su proprietà immobiliari (Imu) e consumi (Iva), una inversione ‘ad U’ rispetto all’esecutivo Monti e l’esatto contrario di quanto chiedono da anni Ue, Bce e Fondo monetario
internazionale che invece vogliono una riduzione delle tasse sui redditi e sulle imprese. Sarà dunque difficile – riferiscono fonti governative all’agenzia di stampa Agi – evitare l’aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 22% ad ottobre. Le stesse fonti spiegano  che questo è stato uno dei temi al centro del colloquio tra il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e il vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn. Lo stesso Rehn, nel corso dell’audizione alla Camera, ha ricordato che le raccomandazioni inviate dalla Commissione europea in occasione della chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia indicavano chiaramente di spostare il carico fiscale dalla produzione ai patrimoni e ai consumi.

 

 

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