Non sacrificare sempre il mercato interno, il rilancio parte anche da lì”. Dal 2007 ad oggi crollo domanda interna (-11,8%) ha contribuito più di tutti al calo del pil. Le coperture si trovino nei tagli alla spesa produttiva
“L’aumento dell’aliquota IVA, di cui si discute freneticamente in queste ore, avrà effetti negativi sia sui consumi del prossimo Natale sia su quelli del 2014, che già prevediamo fragili. Secondo i dati Confesercenti-Ref, la spesa delle famiglie residenti, a fine 2013, segnerà una contrazione del 2%, mentre per il prossimo anno la crescita dei consumi dovrebbe essere di appena mezzo punto percentuale. Un’attesa ‘ripresina’ della spesa delle famiglie che potrebbe essere annullata completamente dall’aumento IVA.
Così in una nota, Confesercenti ribadisce la sua posizione nettamente contraria all’aumento dell’aliquota ordinaria dell’IVA, che dovrebbe scattare – salvo ripensamenti – il prossimo primo ottobre.
“L’IVA è un’imposta che viene pagata da tutti i consumatori, senza distinzioni di reddito”, continua la Confederazione. “Ma non si può far cassa sempre sul mercato interno: anche perché, dal 2007 ad oggi, è stato proprio il crollo della domanda interna (-11,8%) a contribuire maggiormente al calo del Pil. Ecco perché è una priorità da non sottovalutare, anche perché c’è il rischio reale che la disoccupazione arrivi al suo tetto massimo proprio nel 2014. Se davvero vogliamo tornare a crescere, dobbiamo puntare anche sulla ripresa dei consumi: il rilancio economico parte anche da qui. La copertura per evitare l’aumento IVA va trovata nei tagli agli sprechi e alla spesa pubblica improduttiva. Si può fare, serve solo la volontà di farlo”.