+805.000 posti, ma crescita inferiore rispetto allo stesso periodo del 2015
Nei primi sette mesi del 2016 – secondo quanto comunica in una nota l’Inps – nel settore privato, si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +805.000, inferiore a quello del corrispondente periodo del 2015 (+ 938.000) e superiore a quello registrato nei primi sette mesi del 2014 (+ 703.000). Su base annua, il saldo consente di misurare la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro. Il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi) a luglio 2016 risulta positivo e pari a + 488.000, compresi i rapporti stagionali. Per i contratti a tempo indeterminato, il saldo annualizzato a luglio 2016 è pari a + 541.000. Quanto alla dinamica dei flussi complessivamente le assunzioni, sempre riferite ai soli datori di lavoro privati, nel periodo gennaio-luglio 2016 sono risultate 3.428.000, con una riduzione di 382.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-10,0%). Nel complesso delle assunzioni sono comprese anche le assunzioni stagionali, pari a 408.000.
Il rallentamento delle assunzioni ha coinvolto principalmente i contratti a tempo indeterminato (– 379.000, pari a – 33,7% rispetto ai primi sette mesi del 2015) e va considerato in relazione al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui dette assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni. Analoghe considerazioni possono essere sviluppate per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (- 36,2%). Per i contratti a tempo determinato, nei primi sette mesi del 2016, si registrano 2.143.000 assunzioni, in linea con il 2015 (+ 0,9%) e in crescita rispetto al 2014 (+ 3,5%). Per i contratti in apprendistato si osserva una crescita rispetto all’analogo periodo del 2015, del 15,4%. I contratti stagionali invece registrano una riduzione del 9,0%.
Nel periodo gennaio-luglio 2016 sono stati venduti, infine, 84,3 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto ai primi sette mesi del 2015, pari al + 36,2%. Nei primi sette mesi del 2015, la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 73,0%.