“Ridurremo sempre di più le tutele passive perché sono tossiche”. Lo ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti nel corso di una conferenza stampa con la consigliera di parità sull’occupazione giovanile. Il ministro ha spiegato che sarà fatto con gradualità e distinguendo tra situazione e situazione.
Poletti ha spiegato che il nuovo sistema sarà costruito con la delega sul lavoro e che l’intenzione è di attrezzarsi perché “siano rispettate le regole che saranno stabilite”. Il ministro non è entrato nel dettaglio su eventuali modifiche delle attuali “tutele passive” (ovvero i sussidi come l’aspi, la mobilità o la cassa integrazione) ma ha spiegato che “nel momento in cui ci sono gli obblighi ci saranno le sanzioni, altrimenti non sono obblighi, sono inviti”.
Le Pa italiane, secondo le informazioni della Commissione, impiegano in media 170 giorni per pagare le imprese che forniscono loro beni e servizi e 210 giorni per i lavori pubblici. Alcune applicano poi tassi d’interesse per i pagamenti in mora che sono inferiori a quelli previsti dalla direttiva Ue. Inoltre, altre Pa ritardano i rapporti sull’avanzamento dei lavori in modo da ritardare anche il pagamento alle imprese.
Bruxelles ha quindi deciso di inviare una lettera di messa in mora all’Italia, primo passo della procedura d’infrazione, per chiedere chiarimenti. Il governo italiano ha ora due mesi di tempo per rispondere e se le informazioni fornite non saranno ritenute sufficienti la Commissione, constatando a quel punto la violazione delle norme Ue, invierà un parere motivato. Oltre all’Italia, la Commissione ha inviato una lettera di messa in mora anche alla Slovacchia in quanto non ha attuato correttamente nella legislazione nazionale la direttiva sul ritardo dei pagamenti