Prevista anche la revisione “in tempi brevi” dei saldi di bilancio del triennio 2019-2021
Via libera del Senato alla risoluzione di maggioranza sul Def. L’Aula di Palazzo Madama ha votato il Documento di economia e finanza con 166 sì, 127 contrari e 6 astenuti. Prima della via libera del Senato, giunto pochi minuti fa, anche la Camera aveva approvato la risoluzione. L’assemblea ha votato il documento con 330 sì, 242 no e 4 astenuti.
La risoluzione di maggioranza Lega-M5S impegna il Governo a disinnescare le clausole di salvaguardia con l’aumento dell’Iva e delle accise, che l’anno prossimo valgono 12,4 miliardi, e a rivedere “in tempi brevi” i saldi di bilancio del triennio 2019-2021, puntando su una maggiore flessibilità sui conti.
Il Def 2018 espone l’analisi del quadro macroeconomico italiano del 2017 e le previsioni tendenziali per l’anno in corso e per il 2019-2021. Stima una crescita del PIL all’1,5%, invariata rispetto ai valori indicati nella nota di aggiornamento dello scorso settembre. Negli anni successivi prevede che il tasso di crescita reale di posizioni all’ 1,4% nel 2019 e all’1,3% nel 2020. Per il 2021, infine, la crescita del Pil è stimata all’1,2%.
Per quanto riguarda il quadro di finanza pubblica il Documento espone un indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche del 2017 pari al 2,3%, in miglioramento di 0,2 punti percentuali sul 2016 (2,5%). Il dato 2018 è superiore al 2,1% previsto nella nota di aggiornamento dello scorso settembre, per l’impatto determinato dall’intervento di risanamento del settore bancario.
Per gli anni successivi il quadro colloca l’indebitamento all’1,6% del Pil nel 2018 e allo 0,8 nel 2019 e in pareggio nel 2020, fino al pervenire ad una posizione di avanzo dello 0,2% nel 2021.
Con riguardo al debito pubblico il quadro pone il rapporto debito/Pil, per il 2018 al 130,8%, in discesa dal 131,8 del 2017. Il Documento stima di raggiungere il 122,0% nel 2021.
Il quadro di finanza pubblica contenuto del Def individua il pareggio di bilancio strutturale nel 2020.