Stupefacenti, scandalose e sconcertanti. Non ci sono altre parole per definire la performance parlamentare di un rappresentante di Governo che, sulle problematiche della rete carburanti, è stata a dir poco latitante. E, dopo le parole utilizzate alla Camera, anche connivente con le politiche di irreversibile declino che sta avvolgendo questo settore industriale.
E’ la reazione di Faib, Fegica e Figisc alle parole usate dal rappresentante del MiSE in risposta all’interrogazione parlamentare presentata dall’On. Ribaudo in merito alla vendita a pacchetto degli impianti Esso che smobilizza i suoi asset nel nostro Paese a vantaggio di operatori che, da sempre, hanno vissuto ai limiti del settore, senza alcun vincolo industriale e pronti a “far le valigie” quando l’osso sia stato totalmente spolpato.
La risposta del rappresentante di Governo appare un copia incolla delle posizioni della Compagnia petrolifera che per una personalità politica che arriva dalla rappresentanza del mondo del lavoro è un fatto che si commenta da sé.
Se non era chiaro che il Governo in carica sta solo dalla parte dei poteri forti, con questa dichiarazione della Bellanova è lampante la scelta di campo a favore di alcune Compagnie petrolifere e di alcuni “intermediari di pezzi di carta” che comprano e rivendono in funzione della convenienza del momento, tagliando, in primis, i residui diritti e margini dei gestori.
Un Governo che avesse l’ambizione di governare avrebbe dovuto comprendere le ragioni di questo abbandono che si somma, nel breve periodo, a quello di Shell ed a quello già annunciato di TotalErg. Poi il Paese avrà un problema di sicurezza degli approvvigionamenti che certo non potrà essere risolto da chi parla di mercato ma non ha mai messo il naso fuori dalla porta di casa. Altro che internazionalizzazione ed acquisto sui mercati esteri!
Dalla risposta, invece, si evince che il Vice Ministro nulla sa della crisi del settore in generale e della distribuzione carburanti in particolare, dello stato di crisi della raffinazione e abbandono della rete distributiva, della pervasiva presenza di illegalità diffusa che trova spazio nella desertificazione del territorio caratterizzata da assenza di investimenti e manutenzione, abbandonata dai grandi Gruppi petroliferi; ciò determina una situazione prefallimentare di migliaia e migliaia di gestori ridotti alla fame dalle politiche perseguite da un’industria petrolifera che trova sempre meno le ragioni per essere trattenuta in un Paese caratterizzato dall’improvvisazione e dalla contraddittorietà dei provvedimenti, e dalla cessione degli impianti a privati destrutturati e polverizzati.
La cessione degli impianti da parte della Esso con una modalità definita a pacchetto introduce nel sistema di valore della rete un ulteriore elemento di mediazione la cui remunerazione graverà inevitabilmente sull’economicità delle gestioni e sulle politiche di pricing verso il consumatore. La morale è che avremo – gestori ridotti condannati all’obsolescenza e prezzi più alti: è per questo che il Vice Ministro è al Governo? Non dovrebbe garantire efficienza e razionalizzazione nei processi industriali e distributivi? Non dovrebbe garantire rispetto delle Leggi dello Stato e favorire il riscatto degli impianti tra titolari e gestori?
Se il Vice Ministro in questi due anni avesse avuto il tempo e la disponibilità avrebbe evitato di dover ricorrere alle veline aziendali per rispondere ad una interrogazione parlamentare che evidenzia la gravità dell’attuale situazione della distribuzione carburanti in Italia e avrebbe potuto rispondere alle denunce sull’illegalità diffusa sulla rete nella gestione degli impianti, dove si realizza un’evasione contributiva colossale. Anche a danno dell’Erario.
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