Sabato atteso varo della manovra da circa 24,5 miliardi
Il Parlamento vota nel pomeriggio il nuovo quadro macroeconomico e di finanza pubblica del governo, passo necessario perché sabato prossimo il Consiglio dei ministri approvi la manovra da 24,5 miliardi di interventi nel 2017.
Camera e Senato sono chiamati ad esprimersi sulle risoluzioni di maggioranza relative alla Nadef, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Come da prassi, la revisione delle stime di deficit rispetto ad aprile richiede anche un voto separato a maggioranza assoluta.
L’esecutivo, guidato dal premier Matteo Renzi, vede il Pil in crescita dal +0,8% atteso nel 2016 al +1% del 2017, anno nel quale la dinamica tendenziale del prodotto è indicata a +0,6%. L’effetto di stimolo sarebbe dovuto non solo alle riforme ma anche al deficit, indicato al 2% del Pil a fronte di un 1,6% tendenziale. La legge di Bilancio conterrà infatti una manovra netta espansiva da circa 6 miliardi.
Il Parlamento autorizzerà il governo anche ad alzare l’asticella del deficit fino al 2,4% del Pil per finanziare le spese legate al sisma di fine agosto e all’emergenza migranti. In attesa dei futuri sviluppi della trattativa con la Commissione europea, dalla quale sono arrivati segnali di parziale apertura.
Intanto, lo scenario tracciato dal governo non ha convinto l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), che si è rifiutato di validare gli obiettivi programmatici della Nadef parlando di stime affette da “eccesso di ottimismo”. Ma il governo ha confermato le stime: rispetto alle valutazioni dell’Upb “lo scarto è contenuto e a noi sembra non significativo anche in termini statistici”, ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in commissione Bilancio a Montecitorio.
Padoan ha illustrato ai deputati la struttura della manovra, che conterrà misure complessive per 24,5 miliardi con 18,4 miliardi di coperture. Oltre a confermare la sterilizzazione dell’Iva di 15 miliardi, il ministro ha annunciato 347 milioni per misure sulla competitività di Industria 4.0 come il super e l’iper ammortamento, gli incentivi all’acquisto di macchinari industriali.
Quasi 4 miliardi, inoltre, serviranno a finanziare maggiori investimenti in opere pubbliche, la messa in sicurezza delle scuole, il rifinanziamento del Fondo di garanzia per le Pmi e l’estensione al 2017 delle detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie.
Circa 3 miliardi, invece, sono previsti per le politiche sociali, tra le quali rientrano le misure in campo previdenziale e le risorse necessarie al rinnovo del contratto nel pubblico impiego.
Altri 2 miliardi andranno per le cosiddette spese indifferibili come la cassa integrazione, la manutenzione di strade e ferrovie, le missioni militari all’estero e i finanziamenti all’Università. Tra le coperture, figurano 8,5 miliardi di non precisate entrate aggiuntive.