“Colpo a sorpresa per la classe media: sparita la maggiorazione vigente per i redditi tra 23mila e 28mila euro. Benefici insufficienti a far ripartire i consumi, ignorati lavoratori autonomi e piccole imprese. Intanto nel commercio e nel turismo cessano 200 attività al giorno, a fine 2013 oltre 70mila chiusure. Sappiamo che l’aumento Iva è stato un boomerang per l’erario, governo smentisca ipotesi di una nuova aliquota”
“La legge di stabilità è stata un’occasione in parte mancata, con scelte non all’altezza della lunghezza e gravità della crisi. E con un beneficio fiscale estremamente ridotto, che esclude lavoratori autonomi e piccole imprese per offrire ai soli 15,9 milioni di lavoratori dipendenti interessati dall’intervento (il 38% del totale dei contribuenti) sgravi medi di 8 euro al mese”. Così Confesercenti calcola l’impatto dell’aumento della detrazione d’imposta previsto dal ddl stabilità. “Il testo di legge non prevede la scossa necessaria per la ripresa: non taglia le spese, non rianima i consumi, non spinge verso la creazione di nuova occupazione. Insufficiente l’intervento per le PMI: nel commercio e nel turismo le imprese continuano a sparire al ritmo di 200 cessazioni al giorno, a fine 2013 avremo superato le 70mila chiusure”.
Perimetro ridotto d’intervento: esclusi autonomi, piccole imprese, pensionati e incapienti
“Si tratta di un’operazione che si caratterizza per la discriminazione fra tipologie di reddito, con un’odiosa penalizzazione a danno del lavoro autonomo, dei professionisti e delle piccole imprese, nonostante la grave difficoltà che stanno attraversando. Inoltre, l’intervento esclude da ogni beneficio gli incapienti, i contribuenti troppo poveri per fruire delle detrazioni d’imposta, e i 15 milioni di pensionati. Ossia, quei 25 milioni circa di contribuenti che più soffrono la crisi e che avrebbero tradotto in consumi e in aumento della domanda interna i benefici fiscali oggi negati. Esclusi anche i lavoratori dipendenti con reddito oltre i 55 mila euro, che sono circa 1 milione. In conclusione, i soggetti che potranno fruire dell’aumento delle detrazioni d’imposta saranno solo 15,9 milioni, ossia circa il 38% dei contribuenti. La possibilità che l’aumento delle detrazioni possa tradursi in una ripresa dei consumi e in un rilancio della domanda interna è quindi praticamente inesistente”.
Tab. 1 nuove detrazioni Irpef, riepilogo contribuenti esclusi ed inclusi
Inclusi (milioni di contribuenti) | Esclusi (milioni di contribuenti) | |
Lavoratori dipendenti< 8000 euro di reddito |
– |
4 |
Lavoratori dipendenti,tra 8000 e 55000 euro di reddito |
15,9 |
– |
Lavoratori dipendenti> 55000 euro di reddito |
– |
1 |
Lavoratori autonomi, professionisti e imprese individuali, rentier |
– |
5,4 |
Pensionati |
15 |
|
TOTALE |
15,9 |
25,4 |
Sgravi di portata limitata, annullati dall’aumento IVA. 172 euro di beneficio massimo, 22 quello minimo. Cancellata la maggiorazione della detrazione per i redditi tra 23mila e 28mila euro
“L’intervento della Legge di Stabilità”, continua Confesercenti, “appare limitato oltre che nella platea anche nella portata dello sgravio, che per il livello di reddito più “premiato” sarà di poco superiore ai 170 euro annui e che per la media dei contribuenti interessati non supererà gli 8 euro al mese. Per chi ne beneficerà, insomma, lo sgravio Irpef sarà inferiore all’aumento di imposte (circa 105 euro a famiglia) prodotte dal recente passaggio dell’aliquota Iva dal 21% al 22%.
Fermo restando che il beneficio sarà differenziato e decrescente rispetto all’ammontare del reddito complessivo dichiarato da ciascun contribuente, lo sgravio che ne discende è limitato e in molti casi irrisorio. Si parte con 25 euro l’anno per chi guadagna 9 mila euro l’anno e, con un incremento di 24 euro ogni mille di reddito, si arriva a un beneficio massimo di 172 euro per i redditi da 15 mila euro.
Oltre i 15 mila euro lo sgravio decresce (151 a 20 mila; 108 a 30 mila; 65 a 40 mila) fino ai 22 euro a 54 mila, per poi azzerarsi del tutto a 55 mila. L’abrogazione della maggiorazione della detrazione attualmente prevista per i redditi tra i 23 e i 28mila euro, introdotta dal ddl stabilità, porta a un’ulteriore riduzione del beneficio per i lavoratori dipendenti che si iscrivono in questa fascia: cinque milioni di persone per cui le nuove detrazioni varranno tra i 151 e gli 80 euro in più l’anno: meno di 13 e meno di 7 euro al mese. In termini di incidenza dell’Irpef, la riduzione sarà compresa fra 0,75 punti (dal 18,15% al 17,39%) a livello di 20 mila euro, e 0,30 punti (dal 21,16% al 20,88%) a livello di 27 mila euro. Una questione di decimali, appunto”.
Tab. 2: sgravi medio per fascia di reddito. Alcuni esempi
Fascia di reddito | Valore sgravi medi annui | Valore sgravi medi mensili |
9.000 euro | 25 | 2,08 |
15.000 euro | 172 | 14,3 |
20.000 euro | 151 | 12,58 |
27.000 euro | 80 | 6,6 |
30.000 euro | 108 | 9 |
40.000 euro | 65 | 5,4 |
55.000 euro | 22 | 1,83 |
Consumi sempre più colpiti, scongiurare nuova aliquota IVA. Chiediamo chiarimento al Governo
“Da nostri calcoli – commenta la Confesercenti – appare chiaro che con questa manovra non ci sia da attendersi una ripresa dei consumi. Registriamo come, ancora una volta, si sia mancata l’occasione di tagliare in modo coraggioso la spesa. Il testo licenziato dal Consiglio dei Ministri lascia aperte troppe incognite, e certamente appare del tutto insufficiente a dare la scossa necessaria all’economia del Paese per tornare sulla via della crescita. L’aumento dell’aliquota IVA – come da noi preannunciato – non solo ha ulteriormente colpito i consumi, ma ha anche causato il crollo del gettito dell’imposta. Sappiamo che è allo studio l’introduzione di una nuova aliquota: chiediamo una smentita ufficiale dal Governo e dal Parlamento, per evitare che anche il 2014 sia un anno di stagnazione economica e di forte disagio sociale. Molto va discusso, molto va cambiato. Le imprese dopo cinque anni di dura crisi si attendevano ben altro.”