“Ci piace l’Italia con il segno più, ma sia per tutti”
Se è vero che non ci sono fregature, come dice il Presidente del Consiglio, non possiamo che essere soddisfatti dei numeri della Legge di Stabilità. Bisognerà aspettare di esaminare il testo per dare un giudizio finale. Intanto, però, l’impressione è che sia una manovra decisamente espansiva, che fa un passo avanti nella direzione da noi auspicata. Ci piace l’idea di un’Italia con il segno ‘più’, ma che sia ‘più’ per tutti. Rimane infatti da colmare il gap tra grandi e piccole imprese: si fa molto a favore delle prime e decisamente meno per le seconde.
Il taglio dell’IRES, infatti, andrà solo alle imprese più strutturate, circa il 12% del totale. I restanti quattro milioni di piccole e medie attività dovranno attendere il 2017 per avere il primo ‘sconto’ fiscale attraverso la riduzione dell’Irpef. Bene la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia per il 2016, così come l’intervento di conferma sul bonus di 80 euro e l’innalzamento del tetto sul cash. Bene anche l’estensione dello sgravio Irap alle imprese stagionali turistiche. Manca però un sostegno a favore delle attività cosiddette di vicinato: la desertificazione di locali commerciali e pubblici esercizi continua ad avanzare nelle nostre città, e ci attendiamo interventi mirati. Va favorito anche il processo di digitalizzazione delle PMI in genere. Anche sulla flessibilità previdenziale si potrebbe fare qualcosa di più: il part time non basta e potrebbe trasformarsi in un aggravio per le imprese. La nostra idea è di introdurre a livello di contratto di settore meccanismi per la staffetta generazionale, a costo irrisorio per lo Stato, che diano anche un impulso all’occupazione giovanile. E’ comunque una legge di stabilità che potrebbe sostenere la ripresa: l’auspicio è che possa essere ulteriormente migliorata.