Confesercenti: “C’è ancora molto da fare: serve percorso chiaro e strutturale di interventi per tagliare la spesa e ridurre la pressione fiscale”
Via libera del Senato al voto di fiducia sulla Legge di Stabilità in serata. “Il governo presenterà il maxiemendamento – ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini – nel primo pomeriggio”. E’ quanto emerso dalla conferenza dei capigruppo. “Il maxiemendamento recepirà il lavoro della commissione e integrerà esclusivamente gli emendamenti del governo e dei relatori” già presentati in commissione – ha affermato Franceschini.
“La commissione Bilancio non ha ultimato il lavoro, del quale siamo molto grati – ha detto Franceschini – e così il maxiemendamento, che il governo presenterà nel primo pomeriggio, per rispetto recepirà il lavoro della commissione e lo integrerà esclusivamente con gli emendamenti del governo e dei relatori”. Il voto di fiducia è il “il modo più trasparente, secondo le regole della nostra democrazia parlamentare, per verificare il rapporto tra il governo e la maggioranza parlamentare”, ha sottolineato Franceschini.
La chiama per il voto di fiducia alla Legge di Stabilità inizierà intorno alle 20.30 e il voto dovrebbe dunque arrivare per le 22. Dopodiché sarà convocato il Cdm per la nota di variazione di Bilancio, che una volta approvata passerà in commissione e poi approderà in Aula. Dopodiché ci sarà la votazione finale sul ddl Bilancio. Il maxiemendamento sarà presentato dal governo intorno alle 15, quando sarà posta anche la questione di fiducia. Le dichiarazioni finali ci saranno a partire dalle 19.
“Il governo si appresta a porre la doppia fiducia sulla Legge di stabilità. Ma c’è ancora molto da fare – si legge in una nota Confesercenti -: il Ddl risponde solo parzialmente alle esigenze reali di imprese e famiglie, servono interventi coraggiosi finalizzati a sostenere l’economia, a far ripartire gli investimenti ed incentivare i consumi. La manovra deve, certamente, rispondere a Bruxelles; ma è altrettanto necessario che dalla fase del rigore si passi, ora, alla fase della crescita, concentrandosi su alcune priorità decisive tra cui il rilancio dell’occupazione. Servono scelte drastiche: la pressione fiscale quest’anno, fra imposizione nazionale e locale, potrebbe superare la soglia allarmante del 45,3%. La pressione reale è addirittura al 55%, mentre quella sulle imprese si attesta intorno al 68%. Quello che occorre per far ripartire la crescita è, invece, un taglio poderoso delle tasse e delle inefficienze della spesa pubblica. Un percorso chiaro, strutturale, che riporti certezze e fiducia nel tessuto economico del Paese”.