Cesare Groppi, segretario Fiepet: «Andiamo avanti, a breve un vertice con i nostri avvocati e gli operatori per decidere le prossime mosse»
In attesa di pronunciarsi nel merito del ricorso, il Tar della Liguria ha rigettato la richiesta di sospensiva presentata dalle associazioni di categoria dei pubblici esercizi contro l’ordinanza antimovida del Comune di Genova, in vigore dalla scorsa primavera, che fissa delle limitazioni agli orari di apertura dei bar del centro storico e di Sampierdarena senza fare distinzione tra le attività rispettose della normativa in materia di somministrazione di alcolici.
Secondo il Tribunale amministrativo, invece, «il provvedimento del Comune di Genova è stato fatto precedere da un’accurata istruttoria e realizza un equo contemperamento degli interessi in conflitto. Nel bilanciamento degli interessi proprio della fase cautelare, risulta sicuramente prevalente quello della tutela della quiete pubblica e del decoro urbano».
«Abbiamo vissuto come una sconfitta per la città il fatto che non si sia trovata una mediazione ragionevole con l’amministrazione, quando bastava un’ora in più di apertura per non penalizzare gravemente le attività regolari – replica Andrea Dameri, direttore di Confesercenti Genova – La bocciatura della richiesta di sospensiva, che non abbiamo ancora potuto leggere, va analizzata e non significa il rigetto del ricorso, rimanendo comunque sul tavolo l’ingiusta penalizzazione delle attività regolari e l’insufficiente incidenza su chi viola sistematicamente le regole. Questo è un problema della città e che, come tale, spetta al Comune risolvere, non al Tar».
Va comunque precisato come la partita sia tutt’altro che chiusa: per il momento, infatti, il Tar ha solo rigettato la richiesta di sospensiva dell’ordinanza, ma non si è ancora pronunciato nel merito del ricorso. «E noi andremo avanti nella nostra battaglia contro un provvedimento che ha già causato notevoli danni alle nostre attività – annuncia Cesare Groppi, segretario di Fiepet Confesercenti -. Realizzeremo al più presto un incontro con i nostri avvocati e gli operatori per decidere il da farsi, perché sicuramente la vicenda non finisce qui».