I media tornano a denunciare irregolarità nel settore della carne equina, portando alla luce episodi di delinquenza alimentare e macellazione abusiva. Lo hanno fatto nella trasmissione de “Le Iene” in cui sono emerse le problematiche che Fiesa Confesercenti e Gruppo Italiano Carni Equine denunciano da tempo sul traffico irregolare di cavalli e sulla cattiva gestione dell’Anagrafe Equina caratterizzata da doppioni, mala informazione, scarso coordinamento funzionale. Una cornice che consente a malintenzionati e criminali alimentari di infiltrarsi nelle maglie del disfunzionamento amministrativo per fare affari sporchi e recare danni alla filiera.
La trasmissione ha evidenziato come tali realtà finiscano per produrre danni alla filiera equina ufficiale, composta da migliaia e migliaia di operatori corretti ed onesti che fanno il loro lavoro. E’ necessario che le Istituzioni competenti adottino le misure necessarie per eliminare gli spazi di indeterminatezza in cui si infilano i delinquenti e puniscano i comportamenti scorretti con pene e sanzioni esemplari.
Fiesa e Gruppo Italiano Carni Equine, non si sono limitati a denunciare e segnalare ciò che non funziona, ma hanno anche proposto soluzioni ribadendo la loro disponibilità a confrontarsi con le Istituzioni, discutere e cercare soluzioni condivise e migliorative. Perché questo confronto non riesce a partire nonostante sia stato aperto un Tavolo tecnico al Ministero delle Politiche Agricole? Perché, al momento, i famosi “Tavoli tecnici” non vengono convocati? A chi conviene questa situazione? Si tiene conto adeguatamente dei rischi per la salute pubblica? Della tutela degli animali? Degli aspetti fiscali della questione? O si attendono nuovi scandali?
“Sono anni che denunciamo al Ministero delle Politiche Agricole il cattivo funzionamento dell’Anagrafe degli Equidi”, spiega Mario Rossoni, Presidente del Gruppo Italiano Carni Equine di Confesercenti. “Siamo in presenza di doppioni, appesantimento burocratico ed economico, scarso coordinamento tra Banche Dati: lo ripetiamo da tempo, occorre una Banca Dati unica, gestita dal Ministero della Salute e dal Servizio Veterinario dello Stato, inserita nella Banca Dati di Teramo, referente per tutte le specie animali. Non si capisce perché per il cavallo non si voglia fare ciò che si è fatto per il bovino e le altre specie animali. La stampa sta portando alla luce meritoriamente gli episodi di macellazione e traffico illegale di carni equine: è il momento, se non si vuole essere complici di questi criminali, di fare qualcosa per togliere spazi ai comportamenti illeciti e punire i delinquenti. L’Autorità Giudiziaria faccia fino in fondo il suo dovere e punisca i responsabili di questo traffico che sta distruggendo il nostro settore. E’ da anni che lo chiediamo: il Ministero delle Politiche Agricole superi i particolarismi e dia disco verde all’Anagrafe Unica degli Equidi. Solo così potremo salvare il settore”.
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