Ripercussioni incalcolabili sull’ambiente e l’economia. È il primo commento su Megalò 2 da parte dei rappresentanti di Confesercenti, Cna, Casartigiani, Upa, Cia, dei consorzi Chieti C’entro e Le vie del commercio, delle associazioni Legambiente e Wwf, dopo aver visionato il progetto di Megalò 2, struttura che prevede un’ulteriore cementificazione di migliaia di metri quadrati adiacenti all’attuale centro commerciale, e proprio a ridosso del fiume. Secondo le associazioni infatti l’opera impone un ulteriore intervento invasivo sull’argine stesso del Pescara, nonostante l’evacuazione del 2013 per rischio allagamento dell’area, nonostante tutti gli scandali portati alla luce dalla stampa e dalle TV nazionale su un’area, quella compresa tra Chieti e Pescara, tra le più cementificate d’Italia, e nonostante le finalità del progetto siano in completa antitesi con il progetto P.R.U.S.S.T. di riqualificazione e sviluppo sostenibile. Si continua a perseverare in un’iniziativa, dicono le associazioni delle piccole imprese e ambientaliste, che avrà conseguenze incalcolabili sia sotto il profilo paesaggistico ed ambientale, sia in quello del commercio cittadino e delle piccole e medie imprese, sia in quello sociale.
Le associazioni chiedono fortemente ai Comuni di Chieti e di Cepagatti – dove andrebbe la nuova struttura – ed alla Regione Abruzzo la massima chiarezza su quanto posto in essere, e quali le ragioni che possano avallare questo progetto. Progetto che vede le associazioni fortemente contrarie, alla luce delle conseguenze sopra citate.
Le Associazioni, unite in gruppo di lavoro, si riservano di intraprendere tutte le azioni tese a tutelare il territorio da un’ulteriore speculazione che avvanteggerebbe pochi.
Per Marina De Marco e Dario Rosato (Confesercenti) il progetto diventerà «l’ennesimo inutile megacentro (9 locali di dimensioni tra i 200 ed i 2500 mq), avulso dalla città, darà la definitiva mazzata all’economia cittadina, e per questo chiediamo la massima chiarezza alle autorità per sapere dove stiamo andando e con quali finalità», mentre Daniele Colantonio (Legambiente) afferma che «il progetto prevede un ulteriore allungamento dell’argine, che potrebbe posporre la tracimazione del fiume più a valle, con una potenza tale da riversarsi fino alla foce del fiume ed alla città di Pescara. Già l’esistente Megalò, ricordiamo, è una delle 10 costruzioni più pericolose d’Italia».