La denuncia di Unerbe e la risposta del Ministero
Unerbe, Federazione degli Erboristi aderenti a Confesercenti, ha ricevuto, di recente, la segnalazione della pubblicizzazione, su siti on line, della vendita di “Artemisia annua”, in varie forme.
Orbene, sull’argomento chiediamo il parere al Ministero, sussistendo ragionevoli dubbi sulla liceità di tale commercio.
Infatti, non essendo la pianta in questione ricompresa né nell’allegato 1 al D.M. 9 luglio 2012 (Disciplina dell’impiego negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali), né nella cosiddetta “lista Belfrit”, di cui al Decreto dirigenziale 27 marzo 2014, recante aggiornamento del predetto Decreto ministeriale, si ritiene che il relativo commercio come componente vegetale ammessa all’impiego in integratori alimentari non dovrebbe essere consentito sul territorio nazionale, né on line, né in erboristeria, né in qualsiasi altro esercizio commerciale.
Non sembra, inoltre, che l’Artemisia annua, ai sensi del Reg. (CE) 27 gennaio 1997, n. 258, Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sui nuovi prodotti e i nuovi ingredienti alimentari, possa essere considerata prodotto alimentare utilizzato in misura significativa per il consumo umano nella Comunità, né abbiamo notizia che essa sia stata autorizzata come “novel food”. Non pare, dunque, che la pianta in questione possa essere commercializzata neppure quale prodotto che – fuori dall’impiego, come anticipato non consentito, quale componente di un integratore alimentare – possa trovare utilizzazione come alimento, magari nella preparazione di tisane o infusi.
Si fa inoltre notare come su alcuni siti i distributori del prodotto facciano apertamente riferimento alle proprietà terapeutiche, o quanto meno coadiuvanti, di tale pianta nella cura del cancro, cosa – riteniamo – censurabile almeno sul piano etico, ma probabilmente passibile anche di sanzioni.
Infatti, da quanto si può leggere, l’Istituto Nazionale dei Tumori, in una nota della propria Direzione Scientifica pubblicata sulla rete il 13 febbraio 2015, ha affermato che “nessun medico oncologo e ricercatore può consigliare una dose, un preparato specifico e una schedula di somministrazione dell’Artemisia annua che possa essere, su solide basi scientifiche, efficace e sicuro. Inoltre, le interazioni con alcuni farmaci biologici o chemioterapici non sono completamente note, quindi si sconsiglia vivamente, ai pazienti che fossero in trattamento con terapie standard, l’assunzione di parafarmaci o prodotti erboristici a base di Artemisia annua senza informare i medici curanti”.
Unerbe Confesercenti, dunque, chiede a questo Ministero se la pianta in questione sia di libera vendita in una delle forme predette o in altre oppure se, come si ritiene, chi pubblicizza tale commercio stia commettendo una palese violazione della normativa vigente ed, in questo caso, quale posizione il Ministero intenda assumere in merito.
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