In pericolo il patrimonio agroalimentare italiano; necessaria una corretta informazione ai consumatori
La Presidenza nazionale della Fiesa Confesercenti dice no alla farina di grillo.
Nel corso dell’ultima riunione, nella quale è stato chiesto il contributo del professor Agostino Macrì, sul tema della possibile immissione in commercio di prodotti alimentari a base di proteine di grillo (Acheta domesticus) sotto forma di farina in polvere parzialmente scremata, ha sottolineato con forza come non si possano considerare allo stesso modo gli aspetti della sicurezza sanitaria con quelli del gusto e della cultura alimentare.
Nel caso dell’Italia non si può mettere, secondo Fiesa, sullo stesso piano la qualità delle produzioni nazionali d’eccellenza con le produzioni del novel food.
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“Ci sono patrimoni e conoscenze alimentari, connaturate alla storia stessa del Paese, che rischiano di essere compromesse – sottolinea il Presidente Daniele Erasmi. Il legislatore italiano ed europeo dovrebbero ben comprendere che, oltre alle considerazioni squisitamente scientifiche svolte nel procedimento di ammissione, andrebbero valutati i profili economici che sottendono le nuove produzioni, potenzialmente suscettibili di spostare l’asse produttivo alimentare in un mercato ricco come quello europeo ed occidentale, con ripercussioni negative sui livelli occupazionali”.
Secondo Fiesa è altresì necessario garantire i profili della corretta e chiara informazione ai consumatori sugli ingredienti degli alimenti.
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In questo senso il professor Macrì, nel suo intervento ha ricordato che: “Il Regolamento 1169/2011 riporta che gli ingredienti di un prodotto devono essere indicati chiaramente e in modo decrescente. La farina di grillo dal punto di vista igienico sanitario e della sicurezza è sicura e sperimentata, ma altra cosa è la questione del gradimento, della cultura alimentare, della coerenza con la storia agroalimentare italiana. Su questo ognuno deve scegliere secondo la sua propensione. In tal senso è essenziale garantire la corretta informazione al consumatore, che deve essere messo nelle condizioni di scegliere in modo consapevole”.
Per gli esponenti della Presidenza Fiesa, anche se l’alimentazione è in cammino da sempre, la proposta di commercializzazione di prodotti alimentari a base di proteine di grillo, così come la carne sintetica, dimostrano come si stia estremizzando un orientamento culturale verso l’alimentazione proteica. che inevitabilmente conduce a nuovi scenari.
“Noi crediamo – conclude Erasmi – che se dovessero farsi strada queste nuove mode alimentari sarebbe un problema enorme. Occorre perciò una grande mobilitazione culturale a difesa delle peculiarità enogastronomiche del nostro paese.
Prima occorre fare la battaglia per salvaguardare il nostro grano, le nostre carni, i nostri vegetali. A decidere, comunque, sarà sempre il mercato che deve essere messo nelle condizioni di scegliere in modo informato, come sottolineava anche il professor Macrì.
“Non è un problema sanitario ma politico, culturale e commerciale. Alle Associazioni di categoria è rimessa una grande battaglia a difesa del patrimonio agricolo e alimentare italiano. Al tempo stesso deve crescere la cultura del consumo e la consapevolezza che un buon cibo ha un costo di produzione giusto e non può essere banalizzato”.