Un nuovo mostro da 3mila metri quadrati di superficie e 24 pompe di benzina rischia di fare la sua comparsa, a breve, al posto del parcheggio esterno dell’Ipercoop di Bolzaneto in Via Romairone, a Genova. Il Consiglio Comunale ha infatti approvato a maggioranza il provvedimento che scandisce l’avvio dell’iter progettuale, rispetto al quale Faib Confesercenti esprime tutte le perplessità e la contrarietà della Categoria.
«L’ultima cosa di cui ha bisogno la rete distributiva genovese sono nuovi impianti, a maggior ragione in un’area come la Valpolcevera già satura di distributori – esordisce Fabio Bertagnini, Presidente Provinciale Faib, intervistato su questo argomento anche dal Secolo XIX -. Riesce davvero difficile comprendere le ragioni di una nuova e così impattante apertura a pochi passi da un distributore TotalErg e di almeno altri sette o otto impianti nello spazio di tre chilometri. Se consideriamo poi che nel progetto si parla di un impianto self service “in modo da ridurre al minimo la presenza del personale addetto”, la nuova struttura non comporterà nemmeno una ricaduta significativa dal punto di vista occupazionale, a fronte di sicure perdite di lavoro per i gestori e gli addetti degli impianti limitrofi e un beneficio risibile anche per le stesse casse del Comune: appena 273mila euro a fronte delle esternalità negative facilmente prevedibili, in termini di impatto acustico e peggioramento del traffico in un’area già congestionata».
Allargando lo spettro della propria analisi, Bertagnini pone l’accento su un problema più generale: «In Italia sono presenti 22mila impianti a fronte di 60 milioni di abitanti, con un erogato medio tra benzina e gasolio di appena 1,5 milioni di litri l’anno. Cifre che si commentano da sole se paragonate a quelle dei Paesi vicini: la Germania conta infatti non più di 14mila distributori nonostante una popolazione di 82 milioni e un erogato medio di 3 milioni di litri l’anno; la Francia ha 12mila impianti e 67 milioni di residenti, per un erogato di addirittura 3,5 milioni di litri».
Nella sola Liguria si contano 524 stazioni di rifornimento, un numero di pompe pari a quello dell’intera Austria: circa metà degli impianti insistono nella sola Provincia di Genova, con un erogato medio di 1,3 milioni di litri l’anno che è addirittura inferiore a quello nazionale, già, come abbiamo visto, tra i più bassi in Europa.
«Cifre che ci dicono di una rete già satura – prosegue Bertagnini – e invece, anziché ottimizzare l’esistente, si procede con nuove aperture con la falsa promessa di ridurre i costi per gli automobilisti: speranza vana nel momento in cui, come dimostrato dai numeri, l’offerta è già sovrabbondante e, soprattutto, i margini dei gestori già oggi ammontano a non più del 2,5% sul prezzo del carburante. Il che significa che, su un pieno di 50 euro, al benzinaio vanno all’incirca un euro e venti centesimi (da 2 a 4 centesimi a litro!), mentre 28-30 euro (il 60%) se ne vanno per Iva ed accise, 13-15 euro (30%) per le materie prime e 4-6 euro (10%) costituiscono il margine delle Compagnie petrolifere».
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