Promuovere la concorrenza, ridurre il cuneo fiscale, differenziare i salari su base regionale per aumentare l’occupazione nelle aree del paese più arretrate e non toccare le pensioni. Sono queste le riforme principali sulle quali l’Italia deve lavorare per spingere la crescita e aumentare l’occupazione. Così l’Ocse all’Italia.
Secondo il suo rapporto, ‘Economic Policy Reforms 2023 – Going for Growth‘, infatti, in Italia ci sono “leggi obsolete che ostacolano la concorrenza in alcuni settori, ci sono disincentivi alla crescita delle microimprese che ostacolano l’aumento della produttività”. Per questo “sono necessarie riforme per sbloccare il potenziale dell’economia” perché “i tassi di partecipazione e occupazione rimangono bassi rispetto agli altri paesi Ocse, in particolare nel Sud del Paese e tra le donne”.
Per rilanciare la propria economia, l’Italia dovrebbe “promuovere la concorrenza, soprattutto nei servizi, garantendo la piena e rapida attuazione della riforma della concorrenza approvata nel 2022”.
Necessario per l’Ocse anche “ridurre il cuneo fiscale sul lavoro spostando la tassazione sulla proprietà immobiliare”. Aumentare l’occupazione e la competitività delle aree del paese in ritardo
consentendo la negoziazione dei salari a livello territoriale anziché nazionale. Il paese dovrebbe poi “restringere i requisiti per il pensionamento anticipato per aumentare la partecipazione alla forza lavoro e migliorare la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico”. Bisognerebbe poi ridurre poi le tasse per il secondo percettore di reddito e potenziare l’offerta pubblica di assistenza all’infanzia per favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. (
DIGITALE: PENETRAZIONE BANDA LARGA ANCORA BASSA
L’alfabetizzazione digitale, la penetrazione della banda larga e l’adozione dei servizi digitali in Italia sono ancora sono bassi. La digitalizzazione e lo scambio di dati tra gli enti governativi sono limitati, il che ostacola la capacità di monitorare e valutare il pubblico, spiega il rapporto dell’organizzazione parigina.
Per questo l’Ocse sottolinea che l’Italia deve “sostenere un’implementazione più rapida della banda larga veloce semplificando i processi di autorizzazione delle infrastrutture e designando quelle ad altissima velocità come strategiche. Standardizzare e semplificare le richieste e i processi di approvazione per i corsi di formazione per aumentarne la diffusione tra le Pmi. Continuare la
digitalizzazione della pubblica amministrazione, consentire lo scambio di dati secondo il Gdpr (General data protection regulation) e promuovere ulteriormente l’utilizzo dei servizi governativi digitali”.
INCLUSVITA’: POVERI IN AUMENTO
Nonostante l’elevata redistribuzione ottenuta attraverso il sistema fiscale e previdenziale, la percentuale di persone che vivono in povertà è in aumento e la distanza dalla soglia di indigenza, è elevato. Per raggiungere i più bisognosi, spiega l’Ocse, “è necessaria una revisione dei requisiti per accedere ai programmi di protezione sociale e la semplificazione delle procedure di accesso”. E’ inoltre necessario “ridurre i divari di copertura dei programmi di protezione sociale rivedendo le condizioni di ammissibilità basate sulla residenza. Ridurre i divari nell’adozione semplificando e standardizzando le procedure di richiesta tra i diversi programmi. Promuovere la partecipazione al mercato del lavoro tra i beneficiari di prestazioni sociali, compreso il reddito di cittadinanza, rendendo più graduale il ritiro delle prestazioni”.
CLIMA: SEMPLIFICARE PROCEDURE PROGETTI ENERGIA RINNOVABILE
Nonostante sia fortemente esposta ai cambiamenti climatici, l’Italia è in ritardo rispetto ad altri paesi in termini di riduzione delle emissioni, diffusione delle energie rinnovabili e spesa in ricerca e sviluppo legata all’ambiente in termini di percentuale del Pil.
L’inquinamento atmosferico, in particolare nel cuore industriale del Nord, è elevato. Per questo si rende opportuno “razionalizzare e semplificare le procedure di autorizzazione e alleggerire gli oneri amministrativi generali per i progetti di energia rinnovabile. Incoraggiare l’innovazione tecnologica a basse emissioni di carbonio aumentando gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo ed espandendo i crediti d’imposta per la ricerca e sviluppo privata. Promuovere l’adozione della mobilità elettrica accelerando la realizzazione di stazioni di ricarica ed eliminare gradualmente i sussidi per l’acquisto di automobili con motore a combustione interna. Adottare e attuare il Piano Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici per proteggere le comunità esposte ai disastri naturali”.